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Coronavirus, parla portavoce dell'Oms: "In Italia barlume di speranza"

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In merito alla gestione dell'emergenza coronavirus in Italia, la portavoce dell'Oms Margaret Harris ha affermato di vedere un barlume di speranza.

Nel corso di una conferenza stampa indetta a Ginevra per fare il punto sull’emergenza coronavirus, la portavoce dell’Oms Margaret Harris ha espresso dichiarazioni incoraggianti in merito alla gestione della pandemia in Italia: C’è un barlume di speranza. Negli ultimi due giorni abbiamo visto un minor numero di nuovi casi e di morti, ma è ancora molto, molto presto” per fare delle valutazioni ottimistiche.

Coronavirus, le parole dell’Oms sull’Italia

Le dichiarazioni della portavoce dell’Oms Margaret Harris arrivano a seguito degli ultimi bollettini diramati dalla Protezione Civile in questi giorni, nei quali è stato possibile riscontrare un calo del numero dei contagiati e dei decessi che lascerebbero presupporre un superamento del picco della pandemia in Italia.

Nelle stesse ore tuttavia, il capo dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli aveva avanzato l’ipotesi che il numero effettivo dei contagiato potesse essere almeno dieci volte superiore a quello dei conteggi ufficiali: “I contagiati ufficiali a ieri sera erano 63 mila. Ma il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile”. Affermazioni che andrebbero di pari passo con l’elevato numero di morti di queste ultime settimane – ben superiore alla media nazionale in questo periodo dell’anno – non rientranti nelle statistiche governative dell’emergenza coronavirus.

L’aumento delle risorse sanitarie

Lo scenario commentato dalla portavoce Harris comprende inoltre anche gli sforzi per aumentare il regime d’intervento delle strutture sanitarie, come illustrato dal commissario straordinario Domenico Arcuri nelle ultime ore: “Siamo passati da 13 a 73 ventilatori distribuiti al giorno. Sono ancora pochi e confidiamo che i numeri possano rapidamente crescere. […] Da 5.300 a oltre 8 mila posti di terapia intensiva, il 64% in più; da 6.625 a 26.169 posti letto in pneumologia e infettivologia, oltre di quattro volte in più, succede solo nei grandi Paesi che sono coesi a contrastare questo nemico”.