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Coronavirus: morto Raffaele Masto, giornalista che ha raccontato l'Africa

Coronavirus morto Raffaele Masto

Il Coronavirus ha ucciso anche il giornalista Raffaele Masto, collaboratore di Radio Popolare e della Rivista Africa

Il Coronavirus non si arresta: è morto anche il giornalista Raffaele Masto. Scriveva per Rivista Africa e collaborava con Radio Popolare. È autore di molti libri e di una serie di reportage con cui ha scalfito i media tradizionali e raccontato crisi umanitarie, rivoluzioni, guerre e svolte democratiche. Era seguitissimo sul suo blog Buongiornoafrica, in cui si è fatto portavoce delle difficoltà del continente e con il quale ha manifestato il suo eterno amore per i popoli lontani e soppressi dal potere. Ha denunciato le ingiustizie del sistema economico e gli interessi occulti delle multinazionali, gli “accordi sottobanco” tra i poteri occidentali e i dittatori di stati più poveri. Passione e professionalità lo hanno sempre contraddistinto. I colleghi di Rivista Africa lo hanno ricordato per la sua accesa sensibilità giornalistica e la sua dedizione: “Se l’è portato via per sempre questo dannato virus. Per oltre trent’anni, Raffaele è stato tra i più acuti osservatori e lucidi narratori del continente africano.

Coronavirus, morto il giornalista Raffaele Masto

Non era un fautore del modello anglosassone di giornalismo. Nessuno lo ricorda come un giornalista freddo. Al contrario, era onesto e scrupoloso: Prendeva posizione apertamente e lo scriveva”, ricordano i colleghi. Non si faceva soggiogare da ideologie ed era svincolato ogni pregiudizio. Adorava il suo mestiere, cercava “di abbattere i muri mentali e dilatare gli orizzonti della nostra società”, si legge su Rivista Africa, dove Masto lavorava. La notizia della sua morte, avvenuta a causa del Coronavirus, è stata resa nota nella giornata di sabato 28 marzo.

Aveva una grande sensibilità e il suo lato umano lo ha sempre caratterizzato. Stava sempre dalla parte dei più deboli e sofferenti. Sempre in difesa “delle popolazioni sfruttate in cerca di riscatto”. E ancora: “Non rinunciava a svelare la straordinaria umanità delle bidonville, l’inaspettata vitalità e creatività celate nei luoghi più miserabili, l’insopprimibile voglia di liberazione dei diseredati”.

I colleghi di Raffaele Masto ricordano i molti viaggi da lui condotti, la sua grande formazione e le molte esperienze da lui vissute. Impossibile dimenticare il suo amore per l’Africa, “dove si recava appena poteva per raccogliere notizie, informazioni, dati, testimonianze. Quell’enorme bagaglio di conoscenze, inaccessibile ai giornalisti rinchiusi nelle redazioni, che rendeva i suoi racconti profondi e illuminanti”.

L’ultimo ricordo dei colleghi

Metteva sempre al centro delle notizie le vicende umane, i destini delle persone incontrate nel suo infaticabile peregrinare. Soprattutto aveva un immenso amore per il suo lavoro e per la vita che gli è sfuggita troppo presto e all’improvviso, facendo piombare noi tutti in un’angoscia insopportabile”, è la commemorazione espressa dai colleghi del giornalista.

“Le condizioni attuali impediscono di salutarlo per l’ultima volta con una cerimonia funebre. In questo momento di terribile solitudine e di lontananza, a cui siamo tutti costretti, ci stringiamo nel dolore attorno alla moglie Gisele, agli amici, ai colleghi di Radio Popolare, ai tantissimi lettori che hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo. Noi della Rivista Africa lo ricorderemo, in questi giorni pubblicando suoi articoli e riflessioni. E mai dimenticheremo gli straordinari insegnamenti che ci ha lasciato”, è l’ultimo saluto di chi lo ha conosciuto e profondamente stimato.