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Coronvirus, Remuzzi: "Tamponi ai medici? L'80% andrebbe in quarantena"

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Secondo Remuzzi, con i tamponi per coronavirus ai medici si andrebbe al collasso del sistema sanitario: quasi tutti andrebbero in quarantena.

Se i tamponi per il coronavirus venissero fatti a tutti i medici e gli infermieri, l’80% di questi dovrebbe essere messo in quarantena. É questo il punto di visto del dottor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) che sottolinea come la situazione prima descritta manderebbe al collasso il sistema sanitario italiano, già fortemente sotto pressione a causa dell’ampia diffusione del Covid-19. “Siamo in una situazione in cui scegliere è difficilissimo – ha detto Remuzzi – ma chi si scandalizza perché non si fanno tamponi a tutti i medici deve essere preparato al fatto che se l’80% dei medici dovessimo metterlo in quarantena, morirebbero tutte le persone che ammalano di coronavirus”.

Tamponi ai medici: l’80% andrebbe in quarantena

Attualmente in Italia sono 6.414 gli operatori sanitari contagiati dal coronavirus, il che vuol dire circa il 9% del totale dei casi. Tra questi l’età media è di 49 anni ed il 35% di loro è di sesso maschile. Sono in 63 ad aver perso la vita dall’inizio dell’emergenza. “Tamponi a tutti è semplicemente impossibile, tamponi a nessuno è sbagliato – questa l’analisi di Remuzzi – I tamponi vanno fatti alle persone che hanno contatti con ammalati, alle cassiere dei supermercati, alle persone che guidano i pullman, agli ospedali entro certi limiti”.

“A chi è ammalato non c’è il bisogno di fare il tampone perchè la diagnosi si fa persino al telefono guardandolo, sappiamo che ci sono tantissime persone che sono non diagnosticate e che sono quello che trasmettono l’infezione – continua il direttore dell’IRCCS che poi aggiunge – Certamente bisognerebbe poterlo fare ai medici, tenete conto che se noi lo facciamo a tutti i medici, avremo probabilmente l’80% dei medici positivi e nessuno potrebbe essere più curato. Morirebbero molti più malati di quanti ne muoiono adesso e morirebbero in condizioni drammatiche”.