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Coronavirus, in Veneto parte la sperimentazione dei farmaci a domicilio

coronavirus in veneto parte la sperimentazione dei farmaci a domicilio

In Veneto parte la sperimentazione per la somministrazione di alcuni farmaci anti-coronavirus a domicilio.

Dopo l’approvazione, annunciata dal governatore Luca Zaia nella giornata di sabato 28 marzo, in Veneto è stato trasmesso il protocollo per avviare la sperimentazione del test di alcuni farmaci a domicilio contro il coronavirus. Tra questi figurano il Tocilizumab e il farmaco giapponese Avigan, già sperimetati per contrastare il Covid19.

Veneto, farmaci a domicilio contro il coronavirus

La sperimentazione servirà ad accelerare i tempi per la ricerca di possibili vaccini contro il coronavirus. Il Comitato Scientifico Regionale ha dato il placet e ha permesso la trasmissione del protocollo per l’utilizzo di alcuni medicinali, tra i quali il Tocilizumab e il giapponese Avigan.

A questi si aggiungono altri farmaci retrovirali come la Clorochina/Idrossiclorochina, Lopinavir/Ritonavir, Duranavir/Ritronavir, Remdesivir. Intanto, il governatore della regione Veneto Luca Zaia ha annunciato che i vari team scientifici sono al alvoro per trovare una prova più immediata della presenza del virus nel sangue: “La nostra Unità di crisi ha approvato l’avvio del progetto scientifico per la ricerca molecolare con prova sierologica attraverso il prelievo del sangue“.

Candidati possibili

Almeno all’inizio la sperimentazione riguarderà solo precise situazioni cliniche. In particolare, saranno considerati candidati ideali per la sperimentazione docmicilare pazienti con queste caratteristiche:

  • Positività del tampone nasofaringeo per Cov-19
  • Febbre oltre i 38 gradi
  • Tosse
  • Frequenza Respiratoria: 15-20 atti respiratori/minuto
  • Frequenza cardiaca 51-100 Battiti/minuto
  • Pressione sistolica 101-160
  • Saturazione ossigeno inferiore al 95%
  • Saturazione ossigeno dopo Test del cammino.

I medici di famiglia, i pediatri e i medici di Continuità assistenziale che svolgeranno servizio di sorveglianza sanitari attiva tramite triage , avranno il compito di comunicare il nominativo e l’indirizzo dei pazienti all’Unita Speciale di Continuità Assistenziale, che in seguito valuterà il modus operandi.