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Coronavirus, l'allarme del primario di Cuneo: "Troppa gente in giro"

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Il primario Alessandro Locatelli è preoccupato per l'emergenza coronavirus a Cuneo: ancora troppe le persone che non rimangono a casa.

L’emergenza coronavirus a Cuneo è fronteggiata dai medici dell’ospedale Santa Croce e Carle. Il primario del reparto di Anestesia e Terapia intensiva Alessandro Locatelli ha lanciato l’allarme. “Vedo troppa gente in giro – ha spiegato – Se si torna per strada ci aspettiamo un incremento. Il picco dei malati a casa sarebbe un disastro”. Insomma, un abbassamento della guardia a seguito della diffusione di dati incoraggianti da parte della Protezione civile potrebbe incrinare definitivamente il precario equilibrio delle strutture sanitarie.

Coronavirus, a Cuneo struttura stravolta

Locatelli è anche a capo del Dipartimento Emergenza e Aree critiche in queste settimane a Cuneo impegnato a fronteggiare il coronavirus (Covid-19). La struttura sanitaria è stata stravolta dall’emergenza e con essa tante altre della provincia di Torino. “La risposta del personale – ha dichiarato il primario – e la generosità del territorio sono stati tanto indispensabili quanto inaspettati. Cambi ogni giorno, per oltre mese, di percorsi, organizzazione, personale, turni, stanze, con nuovi reparti e nuovi posti letto”.

Posti letto da 5 a 30

Basti pensare che all’ospedale Santa Croce e Carle i posti in Terapia intensiva erano 5 e sono diventati 30, ridisegnando anche il blocco operatorio. Il nosocomio ha retto bene l’emergenza coronavirus giocando d’anticipo mentre gli ospedali di Torino cominciavano a riempirsi. Adesso, però, è il momento di tenere duro. “Siamo al plateau di ricoveri, – ha detto Locatelli – ma se si torna per strada noi inevitabilmente ci aspettiamo un incremento. Sia chiaro: l’unico modo per evitarlo è bloccare il contagio. Finora abbiamo garantito percorsi di cura appropriati e siamo in stretto contatto con l’Unità di crisi della Regione”.

Picco del personale malato

L’ultimo punto su cui si è soffermato Locatelli è l’eventuale picco del personale malato a casa. “Sarebbe un disastro. – ha concluso il primario – Voglio ricordare l’abnegazione di tutto il personale la generosità del territorio fin da subito, che ci ha permesso di agire contro il coronavirus già dai primi giorni in modo coordinato ed efficace”.