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Coronavirus, l'ultima videochiamata di una madre ai 4 figli

coronavirus, l'ultima videochiamata di una madre

Un'infermiera di Volvera ha scritto una lettera in cui racconta il suplizio di una madre morta di coronavirus dopo l'ultima videochiamata ai figli.

Tra le tante storie che vengono pubblicate ogni giorno dagli operatori sanitari in constante lotta contro il coronavirus in queste ore è emersa anche una lettera scritta da un’infermiera di Volvera, in provincia di Torino, dove viene raccontato il calvario di una madre morta poco dopo aver fatto l’ultima videochiamata ai suoi quattro figli. La lettera è stata inviata al sindaco di Volvera Ivan Marusich, che ha deciso di renderla pubblica sul proprio profilo social specificando: “Riporto questa testimonianza integralmente perché così come non si può interrompere una telefonata anche se lunga, non posso permettermi di tagliare questa storia”.

La videochiamata di una madre morta di coronavirus

La lettera dell’infermiera si apre con un rimprovero verso chi continua a lamentarsi delle restrizioni governative, ignorando forse l’enorme mole di persone che ogni giorno muoiono in ospedale anche a causa del mancato rispetto di quelle restrizioni: Siamo un paese che sa solo lamentarsi per qualsiasi cosa, mai contenti di nulla. Sembra che la quarantena sia un castigo anziché una protezione per ognuno di noi. Se lo riterrà opportuno, potrà condividerlo lei, per sensibilizzare”.

Nel racconto, l’infermiera parla in modo specifico di una paziente, madre di quattro figli, alla quale le autorità sanitarie non hanno permesso di vedere i suoi cari per l’ultima volta malgrado le sue gravi condizioni di salute: “Entri dalla paziente, la conosci… la saluti. Ha un casco sulla testa, si chiama c-pap. Serve per respirare meglio.. non ha molte speranze e il monitor al quale è collegata ne dà conferma. Ma la paziente è cosciente, lucida e orientata nel tempo e nello spazio… ma soprattutto sa che sta per morire. Lo sa, lo percepisce… lo sente. Parli un po’ con lei”.

La paziente spiega all’infermiera di come giorni prima non abbiano fatto entrare il figlio venuto a trovarla, esprimendo in seguito il desiderio di poterli vedere in viso almeno un ultima volta e non solo sentendo la loro voce “Entra il medico, la visita, squilla il telefono: è uno dei figli. La paziente gli dice: c’è il medico, te lo passo. Il medico descrive al figlio la situazione. È davvero critica. Alla signora viene detto che dovrà essere intubata presto e che non ha molto da vivere. Il figlio chiede di poterla vedere per un ultimo, breve saluto. Non è possibile, il covid non decide su chi posarsi, si insinua su chiunque. Il medico esce dalla stanza, la signora piange disperata”.

La telefonata ai figli della paziente

L’infermiera a quel punto propone alla paziente di effettuare una videochiamata, ma il telefono cellulare della donna è troppo vecchio per eseguirle. Allora l’operatrice si offre di utilizzare il suo smartphone per donare qualche minuti di felicità alla signora: “Apro la video chiamata.. tutti e quattro i figli li… la paziente non se lo aspettava ed è felice come una Pasqua…..e tu con lei. Si parlano un bel po’… si raccontano, si dicono ti amo… lei desatura spesso perché si sta affaticando… ma sai il destino nefasto, non te la senti di chiedere di chiudere. Già una volta sono stati obbligati a tagliare, ora vuoi che la decisione sia la loro”.

La telefonata dura mezz’ora e poco dopo la paziente si spegne. Nel ritornare a casa l’infermiera non può fare a meno di notare nuovamente le lamentele delle persone sui social network; lamentele che suonano terribilmente fuori luogo se viste dalla prospettiva di chi ogni giorno vede morire decine di persone: “Quanta ignoranza…quanti pochi problemi ha la gente… ma su una cosa ancora siamo fortunati: a noi ci saranno state anche negate delle cose, dovremmo anche fare sacrifici… ma almeno noi abbiamo ancora la dignità, un diritto che il covid19 ti toglie, senza poterti lamentare”.