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Coronavirus, Rezza: "Zero contagi a maggio? Previsione ottimistica"

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Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ISS, interviene sull'ipotesi zero contagi a maggio: "Previsione ottimistica".

Contagi da coronavirus, interviene Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, che sottolinea come la possibilità di avere zero contagi per maggio sia “una previsione ottimistica“.

Le parole di Rezza

Ora che s’intravede il picco la speranza di avere presto zero contagi corre nelle case degli italiani, ma la possibilità che ciò accada entro un mese – ovvero i primi di maggio – sarebbe “troppo ottimistica“. A parlare è Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, che sottolinea come i dati del modello usato per la previsione potrebbero essere falsati da un fattore: un’eventuale comparsa di nuovi focolai epidemici, che potrebbero scoppiare di volta in volta se il virus dovesse continuare a circolare in Italia. Ai microfoni dei “Lunatici” su Rai Radio2, Rezza parla anche delle cause della mortalità del Covid-19 in Lombardia, e in Italia, rispetto ad altre zone.

Motivo che non risiederebbe nell’inquinamento ambientale, ma piuttosto nell’età media della popolazione e nello stress del servizio sanitario nazionale. In poche parole, l’esito molto spesso negativo sarebbe d’attribuire all’età dei contagiati – anziani – con tante patologie di base, e che l’aumento del tasso di letalità sarebbe incrementato dalla carenza di posti letto negli ospedali rispetto quanti sarebbero veramente necessari, e dal fatto che non tutti quindi possono essere ricoverati e assistiti in tempi rapidi.

Persone infettate e non

Nonostante i 12mila morti, Rezza loda il sistema sanitario lombardo: “La Lombardia ha un sistema ospedaliero molto forte, e gli operatori sanitari hanno fatto un grande sforzo per assicurare al maggior numero di persone la migliore assistenza”. Interrogato inoltre sul numero reale degli infetti e l’ipotesi degli immuni in Italia – che secondo qualcuno potrebbero essere 10 milioni – Rezza taglia corto: “Questa è una cosa che nessuno sa. Non so come escano fuori questi numeri. Anche i modelli possono sbagliare. Pensare che il dieci percento della popolazione italiana si sia già infettata è veramente improbabile. Io dico magari. Vorrebbe dire che moltissima gente si è infettata senza saperlo – conclude – e quindi per il virus la vita diventerebbe più dura. Io non credo però che le cose stiano così e solo gli studi di sieroprevalenza ben fatti potrebbero dirci la verità”.