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Coronavirus, Rezza: cosa cambia dopo la riapertura delle attività?

Giovanni Rezza

Che cosa cambia dopo la riapertura delle normali attività commerciali nel dopo coronavirus? La risposta di Giovanni Rezza.

Giovanni Rezza, capo delle Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità, ha chiarito cosa cambia dopo la riapertura delle attività commerciali al termine dell’emergenza coronavirus. Nonostante sia ancor aprematuro parlarne, occorre comunque tenere presente alcune cose. “Quando si riapre bisogna mantenere il distanziamento sociale. Quindi anche sui mezzi devono essere presi provvedimenti per ridurre la capienza”.

Coronavirus, cosa cambia dopo la riapertura?

Nel momento in cui la curva dei contagi inizierà a calare ulteriormente, si potrà pensare a una riapertura scaglionata e graduale delle attività commerciali. Giovanni Rezza, però, ritiene che dopo l’emergenza coronavirus potrebbe essere tutto diverso: cosa cambia dopo la riapertura? Di certo “alcune attività produttive si potranno riaprire, ovviamente mettendo in sicurezza i lavoratori. E andrà messo in piedi un programma di individuazione rapida di eventuali casi”. L’importanza del procedimento di apertura graduale viene sottolineata da Rezza. “Adesso abbiamo lo schermo protettivo del distanziamento sociale, ma se lo interrompiamo all’improvviso – avverte -, e non gradualmente, aumenta la possibilità che il virus ritorni. Non dobbiamo ritornare nella situazione attuale”.

In un’intervista per Repubblica, Rezza ha pensato a “un sistema di allerta territoriale, che ci permetta di intercettare subito nuovi focolai. Se abbattiamo finalmente la trasmissione, poi dobbiamo evitare che tutto riparta. Vanno intercettati i casi grazie ai medici di famiglia e ai dipartimenti di prevenzione delle Asl e messi subito in quarantena”.

Riapertura diversa per Regioni

Aleggia da alcuni giorni l’ipotesi di una riapertura differenziata tra le Regioni. Questa soluzione, secondo Rezza è rischiosa: “Riaprire in modo scaglionato può non essere efficace. E poi la maggior parte delle attività produttive stanno proprio al nord. Che facciamo, lo apriamo dopo perché ha avuto una maggiore diffusione del virus?”. Molto importante, invece, è la promozione dello smart working: “Bisogna anche tentare di promuovere il telelavoro in tutti quei settori nei quali è possibile”, afferma Rezza, e “quando si riapre bisogna mantenere il distanziamento sociale. Quindi anche sui mezzi devono essere presi provvedimenti per ridurre la capienza”.