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Coronavirus, donna latitante da 4 anni scoperta dai controlli

Coronavirus, donna latitante arrestata grazie ai controlli

Una donna latitante è stata incastrata dai controlli anti Coronavirus, su di lei pendeva un'accusa molto grave.

Una donna latitante da almeno 10 anni è stata tradita dai controlli anti Coronavirus. Probabilmente lei non se lo sarebbe mai aspettato, visto da quanto tempo si trovava ancora a piede libero per le strade di Perugia. La 28enne romena ha un ordine di carcerazione pendente, emesso dal Tribunale per i minori di Bari.

Catturata una donna latitante

La criminale aveva rapinato anni fa un negoziante cinese, a seguito del processo era riuscita a sparire dalla circolazione, per evitare di scontare la sua condanna e finire così in carcere. Ad incastrarla, in questa occasione, è stato il Coronavirus per vie traverse.

Alcuni cittadini di Perugia hanno notato la donna mentre, in compagnia di un’altra persona, si aggirava con fare sospetto tra le case, chiedendo informazioni. La Polizia è accorsa sul luogo della segnalazione, per poi identificarla come la fuggitiva criminale quale era.

Ora dovrà passare un anno e due mesi in carcere, dov’è stata scortata a bordo di una volante. Inoltre, sia per lei che per l’amica sono scattate le sanzioni e denunce di violazione norme anti Coronavirus.

Coronavirus: deliquenti in giro

Sono diversi i crimini che si compiono nelle città deserte per via della quarantena da Coronavirus. A Caldari di Ortona, Chieti, un gruppo di ladri ha svaligiato il bar Mascitti portando via tutto ciò che c’era. Il proprietario del locale, di 58 anni, era morto per colpa del virus.

Nella zona di Napoli invece, ci sono diverse segnalazioni di tentativi di furto presso le case. Sembra che qualche furbo abbia affisso negli atri dei condomini alcuni cartelli riportanti fantomatici controlli anti Coronavirus, quando invece si tratta di una scusa per irrompere nelle abitazioni e rapinare i malcapitati. In alcune occasioni, però, girano anche foto segnaletiche di presunti rapinatori ma si tratta in questo caso di una bufala diffusa su Whatsapp.