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Coronavirus, Guido Silvestri: "Il Covid-19 se ne andrà in estate e poi tornerà"

coroanvirus silvestri

Silvestri si dice ottimista: anche se il coronavirus se ne andrà e poi tornerà, gli strumenti a disposizione nel 2020 possono aiutare a combatterlo.

“Siamo nel 2020: abbiamo un armamentario scientifico impressionante e ce la stiamo mettendo tutta in tutto il mondo”. Sono queste le parole di speranza che Guido Silvestri ha riferito a Fabio Fazio, in un’intervista per Che Tempo Che Fa parlando di coronavirus. Il virologo si è detto ottimista rispetto al Covid-19 che, secondo l’esperto, “se ne andrà in estate ma poi tornerà“.

Guido Silvestri è professore ordinario e capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta, direttore della Divisione di Microbiologia e Immunologia allo Yerkes National Primate Research Center, e membro dell’Emory Vaccine Center.

Coronavirus, Guido Silvestri è ottimista

Sulla durata del coronavirus in Italia e nel mondo è quasi impossibile fare previsioni: qualcuno ipotizza una relazione tra Covid-19 e meteo, mentre Guido Silvestri crede che sia “difficile pensare che andrà via completamente”. A Che Tempo Che Fa, il virologo ha dichiarato: “Si prenderà una vacanza d’estate, i casi diventeranno quasi assenti, probabilmente rimarrà nell’emisfero meridionale dove c’è l’inverno e poi tornerà“.

“Gli anticorpi neutralizzanti contro il coronavirus – ha poi aggiunto – sono 15 in fase di studio pre-clinico. Verranno iniziati dal punto di vista clinico nel corso delle prossime settimane e anche questi sono molto promettenti”. Per il vaccino, invece, secondo Silvestri “ci vorrà più tempo”. “Probabilmente arriveranno dei farmaci prima dei vaccini“, ha detto infine Silvestri.

Un virus senza speranza?

In una lettera, Guido Silvestri rivela che questo virus non ha speranza contro la scienza del nostro secolo. “Ogni giorno che passa aumenta la nostra conoscenza del virus, della malattia e dei meccanismi patogenetici (come anche di quelli protettivi). I test virologici e sierologici per determinare la presenza del virus e lo stato dell’immunità anticorpale diventano sempre più specifici e sensibili”.

“La presenza della Scienza è la vera, grande differenza tra oggi ed il 1348 della morte nera, o il 1630 della peste manzoniana, o il 1918 della influenza Spagnola. La presenza della Scienza è il motivo fondamentale per cui SARS-CoV-2 è un virus senza speranza“.