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Francesca Verdini inseguita da un uomo: "Ho avuto molta paura"

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Paura per la compagna di Salvini, Francesca Verdini, inseguita da un uomo nella strade vuote per il coronavirus

L’emergenza coronavirus ha imposto il lockdown in tutta Italia e le strade, salvo ancora troppe gravi eccezioni, sono sempre più vuote. É in questo scenario che Francesca Verdini, la compagna del leader della Lega Matteo Salvini, si è trovata a fronteggiare una situazione di grande spavento quando è stata inseguita da un uomo forse troppo insistente nel chiedere qualche spicciolo per poter mangiare. Il racconto della vicenda è arrivato dalla stessa Verdini sul suo profilo Instagram: “Non è successo niente, e forse non era neanche pericoloso, ma solo arrabbiato. Ma ho avuto paura, e all’improvviso ho realizzato perché è tanto importante vedere i nostri vicini che cantano e salutano; perché abbiamo bisogno di speranza. In tutte le sue forme. Ma in qualsiasi forma la vediamo, la speranza è umana e si trova solo attraverso le persone. È sempre così ovvio, ma sempre cosi poco evidente; nessuno si salva da solo. Neanche quel signore arrabbiato”.

Spavento per Francesca Verdini inseguita

La versione della Verdini parte da un ragionamento pregresso, ovvero la difficoltà di vedere le città prive di vita a causa del coronavirus: Questa versione del mondo vuota sta iniziando a terrorizzarmi. Sono scesa a fare la spesa, (c’è un sole bellissimo) e ho deciso, per vedere se la chiesa qui accanto ha lasciato rametti di ulivi benedetti, di prevedere una strada diversa, piccolina piccolina, stretta stretta, in discesa. Mentre la percorro, vedo un uomo che suona ripetutamente ad un campanello e guarda verso qualche finestra, proseguo. Quando siamo vicini, mentre ci incrociamo, mi accorgo che ha smesso di suonare e che si è girato a guardarmi. Non so perché ho avuto un secondo di paura. Abbasso gli occhi e proseguo”.

“Mi grida qualcosa. Proseguo. Grida più forte con tono arrabbiato, ma non lo capisco. Però mi fermo; siamo solo io e lui. Prego? Urla ancora più forte e molto arrabbiato, ancora non capisco, ma intuisco che mi chiede soldi, perché mi sventola sguaiatamente un bicchiere e delle sue parole distinguo chiaramente ‘un euro’, ‘un euro. Ho solo la carta e comunque molta paura, – scusa, non ho niente e proseguo. Riparto accelerando, ma la strada è lunga e stretta. Lui prende a urla furiosamente, come un matto, un urlo profondo stracolmo di rabbia. Fa sicuramente passi nella mia direzione. Ho abbastanza paura – ammette – per non capire per più di qualche secondo che cosa fare. Ho continuato ad accelerare il passo ma la voce era sempre troppo vicina. Non so quando, ho iniziato a correre. E finalmente la voce si è fatta mano a mano sempre più lontana. Per tutto il tragitto ho guardato terrazze, finestre, ho sperato di incrociare persone. Fino a casa, arrivata ho fatto le scale così velocemente che mi è sembrato di non averle neanche fatte. Ho chiuso la porta e sono corsa alla finestra, ho continuato a cercare persone affacciate”.