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Coronavirus, regole per la ripartenza: turni, distanza e dispositivi di protezione

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Il governo sta lavorando alla fase due: prima torneranno alla normalità le aziende e poi i cittadini, nel rispetto delle regole di riapertura.

Sembra avvicinarsi il momento tanto atteso della fase due, ovvero la convivenza con il coronavirus che porterà alla ripartenza: occorre tenere presenti alcune regole. Se dopo Pasquetta il governo deciderà di concedere alcune deroghe per aziende o lavoratori, non bisogna comunque ritenersi usciti dall’emergenza. Sarà importante, come ha sottolineato il ministro Roberto Speranza, continuare a utilizzare i dispositivi di protezione individuale, lavare accuratamente le mani e mantenere le distanze. Per questo motivo, il premier Conte e il comitato tecnico scientifico sono al lavoro per stabilire una serie di norme da rispettare nello svolgimento del proprio lavoro e nella ripresa della normalità.

Coronavirus, regole per la ripartenza

Un rientro graduale e scaglionato quello che il governo ha previsto per la fase due dell’emergenza coronavirus: prima torneranno alla normalità le aziende e poi i cittadini, nel pieno rispetto delle regole di riapertura. Il premier ha infatti sottolineato come “la tutela della salute resta al primo posto”, ma al tempo stesso “i motori del Paese non possono restare spenti troppo a lungo”. Nella definizione del piano di riapertura, però, “non possiamo rischiare che la curva dell’epidemia si alzi di nuovo, perché non possiamo permetterci di ripartire da capo”. Dunque son in corso di definizione alcune regole che i negozi e le aziende dovranno rispettare dopo la riapertura.

Turni per lavorare e turni per entrare nei negozi, distanza di sicurezza e dispositivi di protezione obbligatori per chi ha contatti con il pubblico. Queste sono solo alcune delle idee che il comitato scientifico ha messo al tavolo del governo. occorre prediligere, ove possibile, lo smart working ed evitare assembramenti nei punti vendita fisici. Per accedere dal parrucchiere, nei centri estetici e in tutti i luoghi che prevedono un contatto diretto occorrerà prendere un appuntamento.

Si potrebbe poi optare per un rientro delle fasce d’età meno esposte al rischio prima degli anziani e delle persone che soffrono di altre patologie. Al vaglio anche la classificazione delle Regioni sulla base del rischio. Da valutare, infine, l’ipotesi di classificazione delle categorie produttive. Alcune risultano meno a rischio, come agricoltori, edili e cassieri, mentre altre sarebbero a medio o alto rischio, come camerieri d’ albergo, addetti alle mense e parrucchieri.