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Coronavirus, riapertura dell'università in due fasi: online e misto

Coronavirus, riapertura università in due fasi

Per coniugare attività didattica ed emergenza coronavirus, il Ministero prevede due fasi per la riapertura delle università.

Il 9 aprile durante la commissione Istruzione, Gaetano Manfredi ha anticipato come si svolgeranno le attività didattiche e di ricerca all’interno delle università. Per coniugare attività didattica e emergenza coronavirus, il ministro dell’Università ha previsto due fasi per la riapertura: la prima fino a luglio, di completamento del semestre, che si svolgerà interamente online (tranne le attività di ricerca); la seconda fase si svolgerà a partire da settembre e sarà di reinserimento progressivo in presenza, a seconda delle attività e dei corsi di laurea.

Coronavirus, riapertura delle università in due fasi

L’emergenza sanitaria ha fermato la maggior parte delle attività, anche quelle scolastiche. L’imprevedibilità con cui si sviluppa il coronavirus non dà possibilità di riorganizzare la didattica in maniera definitiva, ma il Ministero sta già provvedendo a studiare diversi piani d’azione. Per l’esame di maturità, la ministra Azzolina ha previsto diversi scenari, considerando sia la possibilità dell’esame in presenza che non.

Per quanta riguarda le università, invece, il ministro Gaetano Manfredi ha previsto due fasi: una prima fase di completamento del semestre, che si svolgerà interamente online, fino a luglio. Fino a quel momento, quindi, lezioni, esami di profitto, laboratori etc si svolgeranno a distanza. Le uniche attività consentite in presenza sono le attività di ricerca, soprattutto quelle indispensabili, come quelle in area Biomedica. La seconda fase, invece, definita “mista”, cioè un modello flessibile che permetta un reinserimento progressivo e ragionato degli studenti all’interno delle università a partire da settembre. La scelta del reinserimento verrà fatta a seconda delle attività, dell’affollamento dei corsi e dei corsi di laurea.

Università, borse di studio e lauree abilitanti

Un ulteriore obiettivo da raggiungere è aumentare le borse di specializzazione in area medica, passando dalle 9 mila fino ad arrivare a 14 mila. Così facendo si potrà avere un maggior numero di medici sul campo, soprattutto nelle zone critiche.

In questa fase di emergenza sanitaria, inoltre, il ministro ha reso la laurea in Medicina abilitante alla professione. Così gli studenti hanno prorogato l’esame di Stato e sono stati inseriti subito in corsia. Stesso discorso vale per la laurea in discipline infermieristiche.