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Coronavirus, lo pneumologo: "Vacanze estive? Non programmatele"

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Coronavirus, vacanze estive in Italia nel 2020? A causa della pandemia da Covid-19 sarà un'estate diversa: la tesi dello pneumologo.

Il Coronavirus in Italia rischia di rovinare non soltanto la Santissima Pasqua che si celebrerà domenica 12 aprile: le vacanze estive 2020 rischiano di essere solo un sogno nel cassetto per gli italiani. Sarà un anno diverso: dopo aver rinunciato, in molti, alle settimane bianche di marzo, adesso arriva la doccia fredda anche per i mesi di luglio e agosto. Il parere dell’esperto, lo pneumologo Mario Schiavina, già direttore dell’Unità operativa di Pneumologia e Terapia intensiva respiratoria del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, non lascia spazio a interpretazioni: questa estate gli italiani saranno costretti a trascorrerla in casa o nelle zone a loro più vicine.

Coronavirus, vacanze estive in Italia

Il Coronavirus, dunque, non consentirà agli italiani di godere delle vacanze estive. Secondo lo pneumologo Mario Schiavina, infatti, la curva di contagi è solo un dato indicativo per tenere sotto controllo lo stato di salute del sistema sanitario italiano. “Anche quando ci saranno zero positivi e zero morti – sottolinea Schiavina ad Ansa – occorrerà sempre un grandissimo controllo”. Il motivo è presto detto: “Non si sa se ci saranno e dove saranno altri possibili focolai. Tutto può essere ancora sotto traccia ed esplodere alla prima sciocchezza che qualcuno può fare, come assembramenti di persone o avvicinamenti”.

Insomma, le vacanze estive per gli italiani, nel 2020, sono rimandate di almeno una stagione. Anche perché non è proprio il momento di mollare la presa dopo un mese pieno di sacrifici da parte degli italiani: “In un momento in cui il vaccino sembra essere ancora molto lontano occorre concentrarsi sulla cura, sulla terapia – aggiunge il professor Schiavina – e non lesinare sulle tac ai pazienti: la fotografia non mente e permette al radiologo di vedere subito lo stadio dell’infezione”.

Coronavirus in Emilia Romagna

Infine, il direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia e Terapia intensiva respiratoria del Sant’Orsola fa il punto della situazione sui casi di Coronavirus in Emilia Romagna. “È una regione che anche nelle situazioni più difficili, qualsiasi cosa succeda, come per la Strage alla Stazione di Bologna, si comporta molto bene in modo spontaneo. Quello che spontaneamente si è organizzato poi va regolato e consolidato”.