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Coronavirus, lo sfogo del 53enne di Roseto: "Non sono untore"

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In una settimana un dipendente comunale di Roseto ha perso sorella e fratello per coronavirus, e ora in paese la gente lo ha additato come untore.

In una settimana un dipendente comunale di Roseto ha perso sorella e fratello per coronavirus, e ora in paese la gente lo ha additato come presunto untore. Lo sfogo del 53enne non si è fatto attendere: “Basta calunnie, non sono positivo”

Coronavirus Roseto, lo sfogo del presunto untore

Sono stanco di essere calunniato ingiustamente. Sono provato. In cinque giorni ho perso un fratello e una sorella. Inoltre ho mamma di 84 anni che non sta bene da tempo e piange di continuo”. Questo è lo sfogo di un 53enne dipendente comunale di Roseto, colpito dal doppio lutto per coronavirus e adesso additatto come untore del paese.

Le morti ravvicinate dei parenti, infatti, avrebbero fatto suonare un campanello d’allarme ai compaesani che su Whatsapp non hanno mostrato compassione e solidarietà per l’uomo, indicandolo invece come il paziente zero con messaggi sprezzanti: “Se lo incontrate chiamate le forze dell’ordine, è positivo al Covid“.

L’appello del sindaco

Sul caso in questione è intervenuto il primo cittadino di Roseto Sabatino di Girolamo: «Davvero non capisco cosa sta succedendo nella mia città. Su questa delicata materia non si può andare avanti con supposizioni e indiscrezioni. La Asl mi ha fornito i nominativi dei quarantenati e loro non ci sono. Io non posso isolare nessuno per volere del popolo. Comunque mi sono adoperato per far fare il tampone al restante della famiglia. La Asl di Teramo mi ha detto che a breve farà i test“, così precisa Di Girolamo.

“Nel frattempo per la legge sono liberi di uscire in caso di necessità, come tutti. Per dirla tutta ho sentito anche il loro medico curante e il personale del 118 intervenuto, per loro si tratta in entrambi i casi di morte naturale”, conclude il primo cittadino.