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Coronavirus, il Piemonte come la Lombardia: "Falle nel sistema"

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A evidenziarlo è uno studio dell'Università Cattolica di Milano che sottolinea i tanti punti in comune tra le due Regioni.

Il coronavirus sta colpendo il Piemonte proprio come ha fatto con la Lombardia. Secondo uno studio realizzato dall’Università Cattolica di Milano i due casi sono pressoché equivalenti; il Piemonte, infatti, non ha tenuto il passo del Veneto (153 mila test con i quali ha controllato il 3 per cento della popolazione), della Lombardia, dell’Emilia Romagna. Persino – numeri alla mano – ha somministrato meno tamponi del Lazio dove l’emergenza è scattata qualche settimana più tardi. Nel report aggiornato alla data di domenica 8 marzo, il Piemonte registra 44mila tamponi. Numero troppo esiguo, tant’è che rappresenta solo l’1% della popolazione, facendo registrare la percentuale più bassa della media italiana. Lo 0,25% dei piemontesi – secondo l’analisi effettuata dalla Cattolica – è attualmente positivo. In questo modo si sottolinea anche la precisione del numero dei decessi, del tasso di letalità, del totale dei malati di coronavirus. Inoltre, la percentuale del contagio di operatori sanitari è bassa con l’1,41%.

Coronavirus Piemonte: falle nel sistema

A causa del deficit di tamponi e la scarsità di risorse fisiche (pochi laboratori), non si è effettuata la ricerca dei contagiati sul territorio. I positivi da coronavirus sono emersi al pronto soccorso. Un trend quasi uguale a quello record della Lombardia. Ma il Piemonte, suo malgrado, ha una nota dolente in più: nelle otto province della regione il rapporto è più alto tra il numero dei ricoverati in terapia intensiva rispetto il totale dei contagiati ufficiali. Insomma, in Piemonte chi ha scoperto di avere il coronavirus ha avuto più possibilità di finire attaccato a un respiratore o un ventilatore.

E in merito alla capacità dei reparti di terapia intensiva – che era già la più bassa del Nord Italia – il Piemonte fa registrare numeri impietosi. I posti sono passati da 320 a 430 (un incremento inferiore a quello delle altre grandi regioni). Anche se, ufficialmente, l’Unità di crisi dice che oggi sono 600. In Piemonte si è raggiunto un tasso di saturazione del 102% facendo registrare un numero di “overbooking” come in Lombardia.

I numeri del Piemonte

Per quanto concerne i prodotti consumabili e non, distribuiti dalla Protezione civile, il Piemonte ha ricevuto il 10% delle scorte italiane di mascherine, tute, guanti. Meno di Lombardia, Emilia e Veneto. Unica nota positiva è stato il livello di tecnologie e macchinari sanitari non deperibili. Infine, il Piemonte ha puntato meno delle altre amministrazioni sul controllo e analisi dei pazienti positivi con sistemi digitali così da ingolfare il sistema sanitario. Non è un caso, infatti, se i medici sono cresciuti del 3%. Il Piemonte è in netto ritardo: solo il 27 marzo sono state istituite Task Force per seguire i pazienti da casa.