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Coronavirus in Lombardia: 62.153 casi totali e 235 morti in più

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L'assessore regionale al Bilancio Davide Caparini ha comunicato i nuovi dati dell'emergenza coronavirus in Lombardia aggiornati al 15 aprile.

In sostituzione dell’assessore al Welfare Giulio Gallera, nella giornata del 15 aprile l’assessore lombardo al Bilancio Davide Caparini ha fornito i dati relativi ai casi di coronavirus registrati in Lombardia nelle ultime 24 ore. Rispetto alla giornata di ieri è stato registrato un aumento di 827 contagi, 235 decessi e 674 dimessi, per un totale complessivo di 62.153 contagi, 11.377 decessi e 37.659 guarigioni o dimissioni. Si riscontra inoltre un ulteriore calo dei ricoverati negli ospedali, compresi quelli nei reparti di terapia intensiva.

Coronavirus, il bilancio della Lombardia oggi

Rispondendo alla domanda sul perché la Lombardia sia stata la regione d’Italia maggiormente colpita dal coronavirus, il membro dell’unità di crisi Danilo Cereda ha spiegato: “Avere un numero importante di rapporti commerciali espone le comunità a una probabilità maggiore di contrarre il virus e di essere così a rischio di epidemia”.

Successivamente sono stati riportati i dati dei contagi riferiti alle singole province, con la città metropolitana di Milano che si conferma ancora in testa con i suoi 14.675 casi, con 6.058 casi nella sola metropoli meneghina: seguono Brescia e Bergamo, rispettivamente con 11.187 e 10.472 casi, poi troviamo Cremona con 5.202, Monza con 3.878, Pavia con 3.316, Mantova con 2.655, Lodi con 2.587, Como con 2.154, Lecco con 1.982, Varese con 1.884 e infine Sondrio con 859 casi di coronavirus.

Il piano per la riapertura

Nel corso della conferenza stampa, l’assessore Caparini ha inoltre illustrato il piano di Regione Lombardia per la riapertura delle attività produttive prevista a partire dal prossimo 4 maggio: “Il futuro ci riserva non una normalità, ma una nuova normalità. Noi abbiamo definito le quattro D: la distanza, i dispositivi di protezione, la diagnosi e la digitalizzazione come i fari guida che ci vengono dati dal nostro comitato tecnico scientifico, che definirà il quadro entro cui le università porteranno al patto per lo sviluppo”.