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Coronavirus a Milano: ancora contagi, ma 60mila persone in più al lavoro

coronavirus Milano

Resta alta l'allerta coronavirus a Milano. Da martedì 14 aprile tornano al lavoro 60mila persone: la scelta potrebbe portare a un aumento dei contagi.

Dall’inizio dell’emergenza sanitaria che ha duramente colpito il nostro Paese, Lombardia e tutto il Nord Italia in particolare, si registrano oltre 162mila persone contagiate e più di 21mila morti, tra cui 115 medici che hanno combattuto in prima linea contro il virus. Ben 602 deceduti nelle ultime 24 ore. Anziani o soggetti con patologie pregresse costituiscono la più alta percentuale di vittime. Quel che è certo, tuttavia, è che senza il Covid-19 sarebbero ancora in vita. Il presente resta incerto, ma fortunatamente il trend è in diminuzione. Le terapie intensive, a lungo sotto stress, non sono più al collasso. A Bergamo e Brescia, le provincie lombarde più colpite, i numeri sembrano finalmente calare. I guariti in Italia stanno aumentando. Ma i morti sono ancora troppi. Preoccupa l’allarme coronavirus a Milano: l’assessore Gallera sottolinea la necessità di mantenere alta l’allerta, ma rassicura: “La situazione non è più critica”.

Tuttavia, da martedì 14 aprile ben 50-60mila persone tornano in movimento nell’area metropolitana di Milano per motivi lavorativi, andando così incontro a un possibile aumento dei contagi.

Coronavirus, la situazione a Milano

Da sabato 11 aprile la curva dei contagi di Milano ha ricominciato a crescere: in tutta la provincia più 481 infetti per un totale di 14.161 contagiati. Sulla situazione Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, ha spiegato: Il distanziamento sociale ha attenuato gli effetti. Ma la situazione non è del tutto sotto controllo, perché possono esserci diverse catene di trasmissione del contagio e luoghi dove le misure non vengono completamente rispettate”. Il direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco, Massimo Galli, ha commentato la situazione della sua città: A Milano sono state chiuse in casa moltissime persone già contagiate e tra le mura domestiche si sta creando il problema di ulteriori infezioni. Può darsi che alcune abbiano fatto capolino fuori, nelle sortite consentite per lavoro, ma tanti sono rimasti in quarantena senza tenere a distanza i familiari”.

Nonostante il lockdown, i contagi a Milano sembrano aumentare più di quanto accade in altre città lombarde. Ma se la maggior parte dei cittadini sono chiusi in casa, chi sono i malati e dove contraggono l’infezione? Nei mezzi pubblici, nei luoghi di lavoro e nelle proprie case: sono questi i possibili, nuovi, focolai. Nessuna certezza, solo tanta paura.

Tanti lavoratori per le strade di Milano

A Milano la gente sembra rispettare le regole. Lo ha confermato il sindaco Sala, che sottolinea come solo il 5% delle persone fermate dalle forze dell’ordine non fosse in regola. Il che significa che il 95% dei milanesi che escono di casa lo fa per comprovate esigenze. Soprattutto, si presume, per motivi lavorativi. Tuttavia, a far paura è proprio l’elevato numero di lavoratori che ancora esce di casa non potendo optare per lo smart-working.

Rispetto ai giorni precedenti a Pasqua, sono tornate al lavoro 580mila persone, 50-60mila in più rispetto ai giorni precedenti, a cui si aggiungono gli 80mila lavoratori impegnati nel settore dei lavori domestici. Quest’ultimi hanno generalmente meno opportunità di accedere a dispositivi di protezione individuali, si spostano soprattutto con i mezzi pubblici e spesso non vivono nelle condizioni più ottimali. “