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Coronavirus, misure di contenimento per mesi: a rischio 8 bergamaschi su 10

coronavirus Bergamo

Il coronavirus ha messo a dura prova la città di Bergamo. Il presidente dell’Iss Brusaferro sottolinea la necessità di agire con "massima cautela".

A causa del coronavirus, che ha fortemente colpito la città e la provincia, Bergamo è spettrale, il suo volto irriconoscibile. La voglia di fare e la determinazione non mancano. Tra i suoi cittadini, tuttavia, è andato perso quello spirito di festa che li ha sempre contraddistinti. Niente canti e flash mob sui balconi: lutto e sofferenza dominano tra le vie della città, dove regna il silenzio. A interromperlo sono le sirene delle ambulanze. A lungo le terapie intensive al collasso hanno faticato a reggere il duro colpo. Negli ospedali stremati, medici e infermieri combattono strenuamente contro il Covid-19. Il trend sembra finalmente migliorare, ma c’è il rischio di contagio per 8 bergamaschi su 10. Gli esperti confermano che sarà necessario mantenere le misure di sicurezza e contenimento.

Coronavirus, i rischi di contagio a Bergamo

Il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro mette in guardia gli italiani: 9 cittadini su 10 non sono entrati in contatto con il virus, quindi “siamo molto lontani dall’immunità di gregge”. Al momento resta fondamentale prestare massima attenzione. Bisogna agire “passo dopo passo”, ha precisato.

Intanto la situazione negli ospedali bergamaschi sembra stia migliorando. Per la prima volta dal 20 marzo, infatti, ci sono meno di 3mila pazienti ricoverati in terapia intensiva. Nelle ultime due settimane, inoltre, il numero dei guariti è più che raddoppiato. 750 ricoverati sono finalmente a casa: un numero mai registrato finora. Tuttavia, il numero delle vittime nel nostro Paese resta alto.

Brusaferro ribadisce però che è presto per allentare la presa: “Oggi sappiamo che ci sono stime variabili da regione a regione, ma in generale il 90% delle persone in Italia non è venuto a contatto col virus. Questo vuol dire che una larghissima parte della popolazione è ancora suscettibile. Per avere l’immunità di gregge bisognerebbe avere circa l’80% di persone venute a contatto col virus e dunque siamo molto lontani dal target, non c’è un golden standard”.

Nei giorni in cui si dibatte sulla riapertura, con le dovute limitazioni per i soggetti più a rischio, gli esperti sottolineato: “Dobbiamo essere estremamente attenti e molto cauti nelle misure che prendiamo”, per riaprire l’Italia. Così sarà possibile evitare una nuova impennata nella curva dei contagi, “i cui effetti li abbiamo visti tutti”. E ancora: “Bisogna considerare che nelle regioni del Nord, come la Lombardia, la circolazione è stata più elevata”. Brusaferro, infatti, ha parlato di “tre Italie”: il Sud e le isole, “dove la circolazione è molto contenuta”, il Centro, “dove la circolazione intermedia è presente e richiede per questo molta attenzione”, e poi il Nord “dove la circolazione è molto elevata”.