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Coronavirus, sono oltre 154mila le vittime nel mondo

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Secondo i dati i dati della John Hopkins University nel mondo sono ormai oltre 154mila le vittime del coronavirus. Classifica guidata dagli Usa

Emergenza coronavirus: nel mondo sono ormai oltre 154mila le vittime e più di 3 milioni 550mila i casi positivi. A fornire i dati è stata la John Hopkins University. La classifica è guidata dagli Stati Uniti dove sono registrati 37mila morti e 700mila casi, poi c’è l’Italia con 22.700 decessi e 170 mila contagi e la Spagna con 20mila morti e 190mila contagi. Seguono a poca distanza la Francia con 18mila decessi ed il Regno Unito con 14mila 500 morti.

Coronavirus, 36mila vittime negli Usa

Gli Usa si confermano perciò il Paese con più contagi e decessi al mondo con nello specifico 700.282 casi e 36.773 le morti. Nonostante il gran numero di vittime da coronavirus negli Stati Uniti è in corso un aspro dibattito tra il presidente Donald Trump ed i governatori dei vari Stati. Il tycoon è pronto a far ripartire l’economia ed ha diffuso le linee guida federali per farlo, ma i rappresentanti di vari territori stanno frenando. “Siamo all’inizio del ringiovanimento del Paese, – ha detto Trump – stiamo ricominciando le nostre vite”.

Il caso del Brasile

Preoccupa non poco la situazione in Sudamerica dove la John Hopkins University ha registrato 90.059 casi di coronavirus con 4.247 sono morti. Il Brasile è il primo Paese dell’area per numero di casi e di deceduti ma il Governo sta traballando nella gestione dell’emergenza. Il presidente Jair Bolsonaro ha tagliato il Ministro alla Sanità Luiz Henrique Mandetta per sostituirlo con l’oncologo Nelson Teich.

La situazione in Africa

In Africa, infine, si tema una diffusione massiccia del coronavirus. “I casi confermati di coronavirus in Africa sono aumentati del 51% e il numero delle morti accertate del 60%. – ha detto il direttore generale dell’Organizzazine Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus – Con il sostegno dell’Oms, molti paesi in Africa ora possono fare test per la Covid-19, ma c’è ancora un significativo gap per accedere ai kit”.