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Terremoto in provincia di Foggia: magnitudo di 3.7

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Forte scossa di terremoto a Poggio imperiale in provincia di Foggia: il sisma è stato localizzato dalla sala sismica dell’Ingv di Roma

Terremoto in provincia di Foggia: paura in Puglia dove la scossa è stata avvertita chiaramente dalla popolazione. Il sisma è avvenuto alle ore 4 e 57 del 18 aprile 2020 ed è stato localizzato dalla sala sismica dell’Ingv di Roma. Stando a quanto comunicato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia la scossa registrata è stata di magnitudo 3.7 secondo la scala Richter. L’epicentro è stato individuato a 3 chilometri da Poggio Imperiale, cittadina in provincia di Foggia tra San Severo ed il Gargano.

Epicentro del terremoto in provincia di Foggia

Il terremoto in provincia di Foggia è stato rilevato ad una profondità di 24 chilometri alle coordinate geografiche (lat, lon) 41.81, 15.39. Il sisma è stato avvertito dai cittadini di Foggia, San Severo, Manfredonia, Cerignola, Apricena, Lesina, fino a San Nicandro Garganico. Al momento non si hanno notizie di danni a cose o a persone.

Diverse scosse in Italia

Quella di Foggia è la terza forte scossa di terremoto registrata questa settimana in Italia. Martedì 15 aprile la terra ha tremato in Alta Irpinia, a 4 chilometri a sud-est dal Comune di Nusco. Il sisma è stato avvertito in tutta la Campania, allertando i cittadini dell’Avellinese e del Salernitano. La magnitudo è stata in questo caso di 3.3. Il giorno dopo, il 16 aprile, un terremoto ancora più forte, di magnitudo 4.2, è avvenuto a 6 chilometri a sud-est di Cerignale, in provincia di Piacenza. La scossa è stata avvertita in tutta la Lombardia, in Emilia Romagna ed in Liguria. Massimo Castelli, sindaco di Cerignale, ha detto quel giorno: “È stato come un’esplosione, come una cannonata. Ma fortunatamente stiamo tutti bene”. In entrambi i casi i danni si sono limitati a dei cornicioni venuti giù dai palazzi.

La sala di sorveglianza di Roma

A segnalare i terremoti è l’Ingv che opera attraverso la sua sala di sorveglianza di Roma dove arrivano in tempo reale i segnali, vale a dire i sismogrammi, delle quasi 400 stazioni della Rete Sismica Nazionale e di altre reti che a essa contribuiscono. Quando un determinato numero minimo di stazioni registra un terremoto, i sistemi informatici utilizzati associano i segnali tra di loro e tentano di calcolare la localizzazione ipocentrale e di determinare la magnitudo.