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Coronavirus, 89enne si suicida perché non poteva andare in campagna

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Non poteva curare la sua campagna a causa delle limitazioni imposte dal coronavirus: un 89enne si è suicidato.

Le restrizioni imposte dal coronavirus non gli permettevano di andare in campagna: un 89enne si suicida a Cirò Marina. Già privo di patente, che gli era stata ritirata proprio per l’età elevata, Luigi viveva da tempo nell’angoscia e nel malessere. Dopo oltre un mese lontano dalla sua campagna, dalle sue viti e dalla sua quotidianità, ha deciso di togliersi la vita. Non poteva sopportare ulteriori restrizione, né riusciva più a rimanere chiuso in casa per tutta la giornata. La sua quotidianità era stata stravolta dal virus e lui non è riuscito a sopportare il cambiamento.

Coroanvirus 89enne si suicida

Ogni giorno Luigi e suo figlio si recavano in campagna per curare con amore le viti: il coronavirus, però, impediva di svolgere le loro attività. E così, padre e figlio erano costretti a rimanere chiusi in casa per tutto il giorno e non sopportavano l’idea che questo lockdown potesse prolungarsi. L’anziano, in particolare, aveva mostrato segni di sofferenza e malessere dovuti a questo cambiamento improvviso della routine. Non ce l’ha fatta a sopportare la quarantena per coronavirus ed è morto suicida: l’89enne viveva per la sua campagna.

Un giorno si era recato al piano superiore per chiedere al figlio di accompagnarlo alla vigna con la sua auto, ma il giovane lo aveva rassicurato dicendo che a breve tutto sarebbe cambiato. Al momento non potevano spostarsi, ma forse tra entro qualche settimana le cose sarebbero cambiate. Un’ora dopo questa richiesta, però, il figlio sente un rumore improvviso e scende al piano inferiore per controllare cosa stesse accadendo.

A terra, riverso sul pavimento, giaceva Luigi, con a fianco una piccola pistola. Nonostante siano stati allertati i carabinieri e le ambulanze, per Luigi non c’è stato nulla da fare.