La fase due di convivenza con il coronavirus dovrebbe partire – salvo ripensamenti – dal 4 maggio: palazzo Chigi, comunque, ha chiarito che non è ancora stata fissata alcuna data. Il virologo Roberto Burioni, ospite a Che Tempo Che Fa, però, mette in guardia: non possiamo commettere un errore imperdonabile. Intervistato da Fabio Fazio, Burioni ha ricordato che pianificare la fase due significa anche organizzarsi “con mascherine, test sierologici e test per la ricerca sul coronavirus”. Le prossime due settimane, quindi, saranno decisive per permettere alle aziende e al governo di dotarsi di tutti i dispositivi di protezione adeguati al contenimento del virus. “E serve l’isolamento – ha aggiunto il virologo -, bisogna pensare a strategie che ci consentano di bloccare sul nascere eventuali nuovi focolai”.
Burioni e l’errore imperdonabile
Non è possibile prevedere come potrebbe evolversi la situazione e il contagio dopo la riapertura: Guerra, però, avverte che potrebbero sorgere nuovi focolai. Burioni volge invece l’attenzione sul presente e sul fatto che i numeri di contagi e di decessi – seppur gradualmente – sono in calo. “Le cose stanno migliorando, vediamo meno morti e meno ricoveri. Non abbiamo però dati certi sull’incidenza di questa malattia”.
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Inoltre, prosegue il virologo, “non sappiamo quanti sono i contagiati”. Per poter evitare di commettere un errore imperdonabile, quindi, secondo Burioni “dobbiamo sapere qual è la situazione”: solo così possiamo “intervenire in caso di peggioramenti”.
“Noi dobbiamo – conclude infine – cominciare a pensare alla fase 2, ma ci dobbiamo preparare: mascherine, test sierologici, tamponi e soprattutto isolamento. Ha funzionato molto bene il distanziamento sociale, ma le persone si sono contagiate nelle loro case. Dobbiamo bloccare sul nascere altri focolai. Abbiamo due settimane e vediamo di non sprecarle”.