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Coronavirus, la chat Telegram per evitare i posti di blocco a Bergamo

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È finita nel mirino degli inquirenti la chat Telegram usata a Bergamo per evitare i controlli in merito alle violazioni delle norme anti coronavirus.

Arriva dalla provincia di Bergamo la storia di una chat Telegram che in questi tempi di coronavirus veniva usata per segnalare i posti di blocco delle forze dell’ordine lungo le strade, evitando così la possibilità di essere controllati e sorpresi in violazione delle norme sulla quarantena. Nella chat infatti, gli iscritti potevano segnalare luogo e orario in cui avvistavano una pattuglia intenta a presidiare il territorio, mettendo in guardia così gli automobilisti dal percorrere certe strade.

Coronavirus, la chat per evitare i controlli

Il regolamento della chat era descritto in poche righe in uno dei post di presentazione, dove l’amministratore spiegava agli utenti: “Poche regole. Solo segnalazioni di Bergamo e provincia: posti di blocco, autovelox, incidenti, traffico, ecc. No spam, evitare il più possibile messaggi personali, rispettare amministratori e utenti. Chi non si atterrà a queste regole sarà bannato”. I messaggi sono decine al giorni e provengono da tutta la provincia di Bergamo, con l’obiettivo di evitare i controlli che potrebbero sfociare in multe per violazione delle norme di contenimento anti coronavirus.

Il gruppo era stato creato sulla falsariga di altri precedentemente esistenti su Whatsapp, dove in maniera analoga venivano segnalati posti di blocco delle forze dell’ordine. L’averlo aperto su Telegram è motivato dal vantaggio di poter mantenere l’anonimato dei singoli utenti, che in questo modo possono non rivelare la propria identità quando inviano le segnalazioni.

L’intervento della magistratura

La chat incriminata è però già finita nel mirino degli inquirenti, che al momento stanno cercando di individuare gli amministratori e gli utenti iscritti per poi valutare la possibilità di denunciarli ai sensi dell’articolo 340 del Codice Penale che recita: “Chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposizioni di legge, cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino a un anno per interruzione o turbativa di un pubblico servizio”.