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La nuova vita dei negozi: come riapriranno con la fase 2

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Il coronavirus modificherà la vita dei negozi durante la fase 2: come riapriranno e quali sono i cambiamenti? Le novità.

Anche i negozi dovranno fare i conti con la fase 2 da coronavirus. La pandemia che ha stravolto tutto il mondo segnerà, per sempre, un prima e un dopo il Covid-19. In attesa di capire quali saranno, nero su bianco, tutte le modifiche che saranno apportate alle attività commerciali con la fase 2 – per la quale è a lavoro una task force diretta da Vittorio Colao – è interessante analizzare come riapriranno i negozi dopo oltre 40 giorni di stop. L’economia deve ripartire e perciò le attività commerciali hanno bisogno di alzare nuovamente la saracinesca. Ma non sarà possibile pensare a una vita frenetica come quella vissuta fino a fine febbraio. Probabilmente nelle vie principali della moda – leggasi via Montenapoleone a Milano o via Condotti a Roma, per citare le più celebri – per molto tempo dovranno rinunciare al frequente calpestio di appassionati di moda o semplici curiosi. Così come i centri commerciali dovranno rimodulare il proprio ‘modus operandi’: del resto, la fase 2, non collima con quanto previsto da strutture che hanno come obiettivo quello di comportare un ammasso di persone all’interno di uno stesso luogo chiuso.

Come riapriranno i negozi in fase 2?

La domanda che in tanti si stanno ponendo negli ultimi giorni è proprio questa: ma i negozi come faranno a riaprire durante la fase 2 e consentire la stessa mole di lavoro di prima? Una domanda alla quale, forse, attualmente neanche la task force saprebbe rispondere. Ma ci sono alcune piccole – ma grandi – certezze da mettere in conto. Attività di abbigliamento, sartorie, semplici ferramenta, negozi di rivendita di fiori, chiunque tornerà ad alzare la ‘cler’ (per dirla alla milanese) dovrà fare i conti con una serie di novità mai viste prima. Anzitutto bisognerà scaglionare la clientela: mentre i grandi centri di distribuzione si stanno attrezzando di app apposite, sarà difficile per il piccolo commerciante poter gestire totalmente online la fila dei suoi clienti.

Cosa ne conseguirà? Che in un giorno di pioggia, magari, il cliente preferirà non uscire di casa e rimanderà il suo acquisto (o lo effettuerà a domicilio presso un rivenditore presente online). Inoltre, non sarà più possibile per il commerciante poter ‘ammaliare’ la propria clientela con il chiacchiericcio: gli acquisti, durante la fase 2, dovranno essere rapidi e mirati. Bisognerà partire da casa con un’idea ben precisa. Tra le nuove regole che i negozi dovranno seguire per quando si tornerà ad aprire (probabilmente dal 4 maggio) ci sarà quella della sanificazione degli ambienti. Ogni qualvolta entrerà un cliente – che dovrà essere obbligatoriamente munito di mascherina e possibilmente di guanti (che potrebbero essere messi a disposizione anche dallo stesso negoziante) – sarà compito del commerciante e dei suoi collaboratori prestare attenzione a ciò che lo stesso toccherà.

Come riapriranno i negozi durante la fase 2? Di certo, la loro attività sarà molto più orientata alle consegne a domicilio, un punto a sfavore per i clienti. Difatti, non ci sarebbe da sorprendersi qualora dovessero registrarsi aumenti di prezzo su alcuni prodotti a causa della ‘tassa’ sulla consegna a domicilio. Inoltre, negli ultimi giorni si fa sempre più pressante l’idea di dover allungare gli orari dei negozi: potrebbero tornare a lavorare 7 giorni su 7 (da lunedì alla domenica) con orari scaglionati fino alla tarda sera. Per le aziende più grosse, addirittura, non si esclude la possibilità di lavorare con turni notturni. Inoltre, sarà certamente potenziata la possibilità di pagare con bancomat o carte prepagate ed evitare, quanto più possibile, il contante poiché potenziale veicolo di contagio da coronavirus.

Cosa cambierà per i centri commerciali

Per i centri commerciali – la cui apertura è paventata addirittura per metà maggio – le misure saranno ancora più restrittive. Il problema principale sarà la gestione dei vari negozi presenti all’interno di uno stesso luogo chiuso. C’è chi si vorrà recare presso un negozio di abbigliamento o chi entrerà solo per andare a fare la spesa. O ancora, chi vorrà recarsi nell’area food per mangiare un boccone, chi vorrà andare al cinema (quando riapriranno). Insomma, al momento l’ipotesi riapertura centro commerciale con le modalità ‘classiche’ dei negozi appare molto complicata. Probabilmente si adotterà l’utilizzo di un’app comune tra le varie attività presenti all’interno della stessa struttura e si avrà una percentuale di clientela possibile da ricevere per ogni negozio. In questo caso, però, il distanziamento sociale appare assai improbabile e le sole mascherine rischiano di non bastare.

Come riapriranno bar, pizzerie e ristoranti

Di bar, pizzerie e ristoranti si è già detto tanto e, probabilmente, altrettanto si dirà nei prossimi giorni. Al momento, i bar dovranno dire addio agli aperitivi e al servizio al bancone di caffè e brioches. La chiacchiera mattutina con il cliente abituale sarà un vecchio e lontano ricordo per molti mesi. Del resto, anche Brusaferro ha evidenziato che si dovrà fare a meno della vita da ‘orario di punta’. Ristoranti e pizzerie avranno una grossa perdita già dall’assenza dei lavoratori: tantissime di queste attività commerciali, infatti, seppur in tempi difficili, prima del coronavirus riuscivano a tirare la cinghia grazie all’indotto portato dai lavoratori in pausa pranzo e i conseguenti buoni-pasto. Per ristoranti e pizzerie al momento è tutto in divenire: saranno applicati davvero i plexiglass? E, inoltre, si potrà andare solamente in uno o due persone a mangiare? Come faranno le attività commerciali a soddisfare le richieste di gruppi di persone?

Palestre e piscine durante la fase 2

Punto di domanda anche per palestre e piscine, così come i centri benessere. Tra le prime a esser state chiuse all’inizio dell’emergenza coronavirus, le strutture dove si può svolgere attività agonistica cambieranno il loro modo di esistere. Uno dei principali problemi sarà legato alla sanificazione degli attrezzi. Impensabile, infatti, poter pensare di sanificare tutti gli oggetti a ogni cambio persona. Così come appare impossibile immaginare atleti fare cardio con la mascherina.

Parrucchieri e barbieri: come cambiano in fase 2

Tra i negozi con attività commerciale maggiormente legate al rapporto con il pubblico ci sono sicuramente parrucchieri e barbieri. Sarà possibile effettuare un taglio di capelli rispettando la distanza minima di 1,5 metri? Inimmaginabile. Gli hair-stylist dovranno munirsi di mascherine e guanti monouso (che dovranno essere cambiati a ogni nuovo cliente), in più dovranno sanificare per ogni taglio le poltrone dove si accomodano i clienti, i lavabò per gli shampoo, i grembiuli che vanno a coprire i vestiti degli stessi al fine di non sporcarsi. Un problema in più ci sarà per i barber-shop: come faranno a curare le barbe dei clienti se gli stessi saranno costretti a portare le mascherine? Un danno economico non di poco conto per questi ultimi. Inoltre, anche parrucchieri e barbieri – al pari degli estetisti – dovranno far rispettare la prenotazione ed evitare l’ammassarsi di gente presso il proprio salone. Se ci sono 4 posti a sedere si dovrà lavora con una capacità del 50%. Ciò ne comporterà che per i parrucchieri – almeno per tutta la fase 2 da Coronavirus – non esisteranno i canonici lunedì da trascorrere a casa.

Come riapriranno gli ambulatori medici

Argomento ancora più delicato è quello relativo agli ambulatori medici. Negli ultimi giorni la cronaca racconta di persone morte per malattie terze al coronavirus: infarto, diabete, morbi pregressi e già preesistenti prima del Covid-19. La paura dei pazienti di potersi infettare, nelle ultime settimane, li ha portati a restare a casa anziché recarsi presso le strutture dedicate. Prima o poi, però, bisognerà tornare dal medico di base, così come, per esempio, dai dentisti. Per loro il capitolo è ancora più delicato. Le ultime notizie in merito prevedono una sanificazione maggiore e l’utilizzo, oltre dei soliti dispositivi di protezione individuale, anche degli occhiali: il rischio, infatti, è che qualche gocciolina di saliva del paziente possa andare negli occhi. Anche in questo caso bisognerà fare i conti con distanziamento sociale e scaglionamento dei clienti con lunghe liste di attesa per i pazienti. Aumenteranno i tempi anche per poter effettuare tac o ecografie presso gli ambulatori medici poiché, appunto, si ridurrà la capacità di servizio.

Fase 2, le agenzie immobiliari

Capitolo a parte anche per le agenzie immobiliari. Tra gli studi professionali maggiormente a contatto con le persone. Per gli agenti ci saranno alcuni, grossi, problemi da affrontare: tralasciando il rischio tracollo del mattone – come già accaduto nel post-2008 -, gli agenti immobiliari potrebbero risentirne anche per le acquisizioni. Sarà difficile, infatti, trovare un cliente disponibile a far entrare una terza persona in casa propria per poterla vendere, così come sarà ancora più complicato nel momento in cui si dovranno portare i clienti. Per quanto concerne il capitolo trattative e compromessi, invece, nessun problema per le agenzie immobiliari: potranno utilizzare i sistemi di smart-working e le nuove tecnologie.