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Coronavirus, Fase 2: quando sarà ancora obbligatoria l'autocertificazione?

Coroanvirus, Fase 2: autocertificazione obbligatoria?

Sarà obbligatoria l'autocertificazione anche nella Fase 2? Tutti i casi in cui il modulo potrebbe essere ancora necessario per spostarsi.

Dopo le parole del premier Giuseppe Conte alla Camera, sembra ormai certo che il lockdown finirà il 4 maggio e che, a partire da quella data inizieranno i primi allentamenti. Le linee contenute nel prossimo Decreto saranno nazionali. Le Regioni potranno apportare modifiche solo in senso restrittivo, istituendo zone rosse o ritardando ulteriormente le aperture. Inizia quindi la Fase 2, quella di convivenza con il coronavirus, ma persistono dei dubbi: chi riaprirà per primo? E soprattutto, sarà necessaria l’autocertificazione?

Coronavirus, Fase 2: autocertificazione sì o no?

Al momento sul tavolo delle discussioni c’è l’uso dell’autocertificazione anche nella Fase 2 di convivenza con il coronavirus. Nella Fase 1 l’autocertificazione era obbligatoria per motivare spostamenti di necessità, come lavoro e salute. Mentire nel documento è pari a commettere un reato, per cui si rischia una multa e la reclusione in carcere fino a 6 anni.

Cosa succederà nella Fase 2? Sembra che l’autocertificazione non sarà più obbligatoria e che sarà dunque possibile circolare con maggiore libertà rispetto a quanto siamo stati abituati a fare nelle ultime settimane. Sarà concesso il libero spostamento tra Comuni, purché facenti parte della stessa regione.

Ci saranno alcuni casi, tuttavia, in cui sarà ancora necessario avere con sé il modulo per giustificare la propria presenza sul territorio in questa prima fase di transizione. È il caso dei cittadini che, per validi motivi (primo fra tutti, il lavoro) devono spostarsi tra una regione e l’altra. Al momento, tuttavia, si tratta di ipotesi che attendono la conferma del governo.

Alcune novità importanti potrebbero essere introdotte anche sul fronte della distanza di sicurezza. Non si esclude che questa possa infatti aumentare, passando dal metro attuale a due metri per scongiurare ulteriormente l’ipotesi di un contagio. Si discute, inoltre, sulla possibilità di garantire gli spostamenti tra Comuni diversi.

Alcune cose, però, sono certe: resta l’obbligo dell’utilizzo di mascherina e guanti, anche per distanze inferiori a 2 metri; mantenere il distanziamento sociale; evitare assembramenti; controllo della curva epidemica per monitorare i contagi. A proposito di monitoraggio dei contagi, la Fase 2 sarà affiancata da Immuni, l’app di contact tracing approvata dal Governo.

Cosa prevede la Fase 2

Le linee guida contenute nel prossimo Decreto saranno nazionali. Le Regioni avranno poteri solo in direzione restrittiva. I governatori, quindi, non potranno decidere sulle aperture anticipate o prendere decisioni autonome.

Le prima attività a riaprire saranno le fabbriche. Dopo la riapertura ci sarà una fase di monitoraggio dei contagi di circa due settimana, per studiare gli effetti della riapertura sulla curva epidemica. Dopodiché riapriranno le altre attività, tra cui gli uffici. L’Istituto Superiore di Sanità ha fatto sapere che è possibile il rischio contagio anche attraverso l’uso dell’aria condizionata. Per questa ragione il Governo sta pensando al divieto della stessa, anche se, andando incontro all’estate, non sembra un’idea apprezzata da chi dovrà tornare in ufficio.