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Coronavirus, scarcerato per motivi di salute il boss Pasquale Zagaria

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A seguito dell'emergenza coronavirus, il Tribunale di Sassari ha concesso gli arresti domiciliari per motivi di salute al boss Pasquale Zagaria.

L’eco dell’emergenza coronavirus continua a farsi sentire nelle carceri italiane, tanto che nella giornata di 24 aprile il Tribunale di Sassari ha concesso gli arresti domiciliari per motivi di salute al boss di camorra Pasquale Zagaria, fratello del più noto Michele Zagaria e considerato uno dei massimi esponenti del Clan dei Casalesi. Zagaria, detenuto in regime di 41bis presso la casa circondariale di Sassari, è stato scarcerato a causa delle sue delicate condizioni di salute che lo renderebbero particolarmente vulnerabile a contrarre il Covid-19.

Coronavirus, scarcerato il boss Pasquale Zagaria

Al boss dei Casalesi sono stati dunque concessi gli arresti domiciliari presso l’abitazione della moglie a Pontevico, in provincia di Brescia, in attesa che venga trovata una struttura idonea al fine dove Zagaria possa effettuare il follow-up diagnostico e terapeutico per il tumore di cui è stato operato nel dicembre del 2019. L’ospedale di Sassari dove fino a questo momento Zagaria si era recato infatti è stato trasformato nelle ultime settimane in un centro Covid, e pertanto come specifica il giudice: “non può garantire interventi se non quelli di emergenza/urgenza”.

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Come precisato dallo stesso tribunale inoltre, Zagaria si trova impossibilitato a rimanere all’interno del carcere di Sassari poiché, pur essendo da solo in cella, potrebbe contrarre il coronavirus dalle guardie carcerarie che ogni giorno entrano ed escono dalla struttura: “Gli aspetti che legittimano l’adozione del provvedimento di differimento sono duplici: l’esistenza di una malattia grave e necessitante cure che non possono essere effettuate nel circuito penitenziario, con concreta esposizione a un pericolo di esito letale; la sussistenza di rischio di gravi complicanza in caso di contrazione del virus Sars-Cov-19″.

La mancata risposta del Dap

A rendere però quasi obbligato il provvedimento di scarcerazione è stata però la mancata risposta al giudice di sorveglianza da parte del Dipartimento amministrazione penitenziaria, al quale era stato più volte chiesto se fossero presenti sul territorio italiano altre strutture carcerarie in cui il boss Zagaria avrebbe potuto sottoporsi alle terapie necessarie. Nel provvedimento firmato il 23 aprile il giudice di Sassari scrive pertanto: “Dal Dipartimento del’Amministrazione Penitenziaria non è giunta risposta alcuna.