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Coronavirus, le foto simbolo di questa pandemia che passeranno alla storia

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Diverse foto simbolo stanno facendo il giro del mondo descrivendo una realtà drammatica che rimarrà nella storia: la pandemia di coronavirus.

Sono tantissimi gli eventi storici che hanno segnato e condizionato la vita dell’uomo: a partire dalle prime rivoluzioni industriali fino alle guerre mondiali. L’invenzione della scrittura, della stampa, la scoperta dell’America e l’arrivo della peste. Sono eventi che si susseguono nella storia e che segnano il decorso degli anni in modo irreversibile. Anche il coronavirus che sta infliggendo un duro colpo al mondo segnerà la nostra storia attraverso il dolore, la sofferenza, ma anche il coraggio e l’unità di una Nazione che non molla di fronte all’emergenza. Tutte le foto simbolo della pandemia di coronavirus riassumono la voglia di lottare che caratterizza ogni Stato del mondo.

Coronavirus, foto simbolo della pandemia

Sono tantissime le foto divenute simbolo della lotta contro il coronavirus, un nemico invisibile che sta segnando in modo inequivocabile la storia dell’umanità. Provengono dall’Italia ma anche dal mondo e vogliono essere il ricordo tangibile di una battaglia che il mondo deve affrontare unito.

Wuhan, città deserta

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Il primo Paese al mondo nel quale è stato scoperto il coronavirus è stata la Cina: una delle maggiori potenze al mondo costretta a fermarsi contro un nemico invisibile. Wuhan, epicentro del focolaio, nella regione dell’Hubei, è rimasto completamente deserto per mesi. Dopo 76 giorni di quarantena, però, pare che la città possa riprendere la normalità, ma seguendo le dovute precauzioni. I contagi interni tendono allo zero, ma non è ancora il momento di cantare vittoria. Tutta la conoscenza sul virus sviluppata in questi mesi viene messa ora a disposizione dei Paesi che ne hanno maggiormente bisogno: un simbolo di unità e un grande gesto di gentilezza.

L’ultimo tramonto?

Le foto più iconiche dell'emergenza Coronavirus

A Wuhan, epicentro cinese dell’epidemia di coronavirus, un anziano chiede a un medico a vedere il tramonto, fuori dall’ospedale, per l’ultima volta. Gli avevano dato poche speranze di sopravvivenza e il suo ultimo desiderio era quello di vedere l’orizzonte, sentire il sole sulla pelle e il vento tra i capelli per un ultima volta. Nonostante tutto, però, ha sconfitto la malattia e ha dimostrato al mondo che tutti possono vincere. La Cina si sta salvando, sono sempre meno i casi positivi anche grazie alle drastiche misure adottate.

L’anziano che esulta

Le foto più iconiche del Coronavirus

Una bellissima foto, simbolo della lotta contro il coronavirus, è quella di un anziano di 87 anni che dal suo letto d’ospedale alza un pugno in aria per mostrare al mondo che alla fine ha vinto lui. Sono diverse le persone che sono riuscite a sopravvivere di fronte al Covid-19: alcune, in particolare, avevano più di 90 anni. L’immagine di questo anziano vuole essere un segno di speranza: nonostante l’età, questo paziente non vedeva l’ora di guarire per tornare a casa da sua moglie.

L’amore dietro a un vetro

Le foto più iconiche del Coronavirus

Divisi da un vetro, dopo 60 anni passati insieme, perché lui ha il coronavirus: la storia della coppia costretta a vedersi a distanza ha fatto commuovere il mondo. La triste svolta nella vita di Dorothy e Gene Campbell, due anziani statunitensi di 89 e 88 anni, è stata immortalata con uno scatto che trasmette tutto il loro amore reciproco. Lei, sorretta dal figlio, ogni giorno si reca nella casa di riposo dove si trova il marito e appoggia la mano sul vetro, come se riuscisse ad avvicinarsi a lui. Un gesto prezioso che nasconde grande amore.

Cremona, l’infermiera stremata dal lavoro

Le foto più iconiche dell'emergenza Coronavirus

Una delle prime immagini italiane diventate virali sul web: lo scatto di un’infermiera di Cremona, accasciata sulla tastiera di un computer, stremata per il lungo turno di lavoro. Li chiamano medici, infermieri, operatori sanitari: in realtà sono degli eroi che scendono in campo ogni giorno per cercare di salvare le vite delle persone. La donna protagonista di quest’immagine si chiama Elena: indossa ancora la retina per capelli, la mascherina e il camice. “Scusate se sono crollata prima della fine del turno“, si sarebbe giustificata.

Piazza San Marco deserta

piazza san marco

L’Italia inizia a chiudersi di fronte all’emergenza coronavirus: si fermano le scuole, le attività commerciali, le aziende e i servizi non necessari. Prima solo la Lombardia e altre 14 province, ma poco tempo dopo tutte le Regioni vengono incluse nel decreto. Sulla base del Dpcm varato dal premier Conte, infatti, sono rimasti aperti i supermercati, le farmacie, le tabaccherie e i servizi di prima necessità. I cittadini vengono invitati a rimanere in casa e a evitare qualsiasi spostamento non necessario. Le città si svuotano: Piazza San Marco a Venezia diviene il simbolo di un’Italia che si è fermata per fronteggiare la pandemia.

L’Esercito a Bergamo

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Una delle foto simbolo della pandemia da coronavirus in Italia è quella che immortala la lunga fila di mezzi dell’esercito nella città di Bergamo. Su questi camion allineati ordinatamente sono state caricate decine di bare dal cimitero di Bergamo in forni crematori di altre regioni. La città maggiormente colpita in Italia, infatti, ha subito gravissime perdite che non sono da considerare come numeri. Intere famiglie devastate dal dolore, defunti che non hanno nemmeno avuto un degno funerale, parenti che non hanno potuto nemmeno vedere i loro cari per un’ultima volta. L’impressionante colonna di mezzi militari che ha attraversato Bergamo la sera del 18 marzo rimarrà impressa nelle menti di tutti i cittadini.

L’arrivo dei medici cubani

medici cubani

Il 22 marzo è atterrata a Milano Malpensa una delegazione di 53 medici e infermieri cubani per aiutare l’Italia a fronteggiare l’emergenza sanitaria portata dal coronavirus. Non soltanto dall’America, ma anche dalla Cina sono arrivati moltissimi esperti e materiali a sostegno del Bel Paese. Un gesto di solidarietà e vicinanza, sostegno e fraternità.

Piazza vuota per Papa Francesco

piazza san pietro deserta

Papa Francesco, nella serata del 27 marzo, ha concesso l’indulgenza plenaria in una piazza San Pietro completamente deserta. Il Pontefice, sotto la pioggia e attorniato da un silenzio assordante, ha lanciato il suo messaggio: “Dio, non lasciarci in balia della tempesta“. Una benedizione del tutto inedita, quella Urbi et Orbi, e la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria, solitamente riservata ad occasioni importanti, come la Pasqua e il Natale. Una Pasqua che quest’anno potrebbe avere un sapore amaro, da trascorrere nella propria famiglia, in quarantena.

Ebreo e musulmano pregano insieme

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Avraham Mintz, ebreo di Beersheba, e Zoher Abu Jama, arabo della città di Rahat, pregano insieme non appena scesi dall’ambulanza. Il primo, avvolto nello scialle per la preghiera (talit) ha rivolto lo sguardo verso Gerusalemme, mentre Zoher si è inginocchiato sul tappeto rivolto verso la Mecca. Due religioni diverse unite nella preghiera verso lo stesso Dio. “Cerchiamo di pregare insieme invece di prenderci del tempo da soli, perché ora abbiamo tante emergenze da affrontare“.

Mattarella all’altare della Patria

25 aprile Mattarella Altare Patria

In occasione del 25 aprile, Festa della Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha onorato le vittime cadute per la libertà. Da solo, davanti all’altare della Patria a Roma, il capo dello Stato – accompagnato da due corazzieri – ha deposto il tricolore. Salendo le scale, in una celebrazione quasi “intima” senza istituzioni né cariche militari, Mattarella ha tolto la mascherina di fronte alla corona al sacello del milite ignoto, mentre un trombettiere dei carabinieri suonava “Il Silenzio“. Una volta deposta la corona, il capo di Stato ha rimesso la mascherina ed è sceso di nuovo dalla scalinata. Un’immagine che rimarrà simbolo di questa pandemia, che possiamo immaginare come una piccola lotta per la libertà.

mattarella 25 aprile