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Coronavirus in Lombardia: 72.889 casi totali e 56 morti in più

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Le autorità regionali della regione Lombardia hanno reso noti i dati relativi ai casi di coronavirus sul territorio aggiornati al 26 aprile 2020.

Ancora una volta senza la consueta conferenza stampa, le autorità locali di Regione Lombardia hanno divulgato il bilancio dei contagi da coronavirus registratisi nella giornata di domenica 26 aprile 2020. Rispetto alla giornata precedente si sono verificati 920 casi positivi, 56 decessi e 890 guarigioni/dimissioni in più, mentre le statistiche complessive mostrano 72.889 positivi, 13.325 decessi e 47.062 guarigioni.

Coronavirus, il bilancio in Lombardia

Assieme alle statistiche generali sono stati riportati i dati dei contagi riferiti alle singole province, con la città metropolitana di Milano che si conferma ancora in testa con i suoi 18.371 casi, con 7.788 casi nella sola metropoli meneghina: seguono Brescia e Bergamo, rispettivamente con 12.564 e 11.113 casi, poi troviamo Cremona con 5.966, Monza con 4.477, Pavia con 3.798, Mantova con 4.044, Como con 3.025, Lodi con 2.926, Varese con 2.467, Lecco con 2.177 e infine Sondrio con 1.132 casi di coronavirus.

Il commento della situazione lombarda

A commentare l’emergenza coronavirus in Lombardia nella giornata del 26 aprile ci ha pensato il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito, che ai microfoni del Messaggero ha criticato il sistema sanitario lombardo: “Il Lazio ha tenuto, è stato un modello di efficienza. La Lombardia ha sofferto per un’onda di grandi dimensioni e per una sanità poco presente sul territorio, molto concentrata su ospedali di eccellenza e tanto privato. Serve estrema cautela nel riaprire, ricordiamoci le lezioni delle epidemie del passato”.

Ipppolito ha poi precisato come spesso molti casi di coronavirus siano stati scambiati per normali polmoniti influenzali: “Ci ha sorpreso la velocità, quando c’è stata la percezione di quello che stava accadendo già circolava probabilmente da settimane nel mondo. Non solo in Italia. Si è sovrapposto alla circolazione dell’influenza. Molte sono sembrate polmoniti influenzali, ma forse erano polmoniti da questo virus. Ma nessuno ne sapeva l’esistenza”.