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Fase 2, Cosmetica Italia: "Insostenibile chiusura fino al 1 giugno"

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La fase 2 non soddisfa neanche il settore beauty. La durissima nota di Cosmetica Italia contro il governo Conte dopo l'annuncio del nuovo Dpcm.

Fase 2, anche il settore del beauty si ribella alle decisioni del Governo Conte. Così, Cosmetica Italia, associazione di categoria ammette profonda insoddisfazione per le: “Insostenibili conseguenze su un settore economico grande e frammentato, costituito in gran parte da piccole imprese già in ginocchio”. La misura, infatti, sbarrerebbe le porte dei saloni di acconciatura ed estetica fino al 1 giugno. Il prolungamento del lockdown fino a quella data genererebbe inevitabilmente una grave crisi sociale a carico di quasi 300.000 famiglie italiane, per 90 giorni senza una fonte di reddito e senza alcuna misura di sostegno efficace. “Come produttori di cosmetici siamo preoccupati per una decisione che avrà impatti sia sul canale distributivo di acconciatori e centri estetici sia sulla filiera produttiva, con inevitabili ricadute occupazionali”. In merito alla fase 2 è questo il pensiero di Cosmetica Italia.

Fase 2, Cosmetica Italia è contraria

Anche perché Cosmetica Italia evidenzia come: “Il settore è certamente in grado di darsi ulteriori regole igienico-sanitarie rigorose, a completamento di quelle efficaci già normalmente applicate, per una ripresa rapida che coniughi attenzione alla salute e alla sicurezza degli operatori e dei clienti, richiesta di benessere dei cittadini e riduzione degli impatti sociali. Dobbiamo purtroppo considerare che nessun tavolo è stato aperto per la definizione di un protocollo sanitario condiviso finalizzato alla ripresa in sicurezza di queste attività. Confidiamo però che sia ancora possibile un ripensamento del governo ed una ridefinizione delle regole a sostegno della categoria”. Questo il pensiero di Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia.

Le conseguenze saranno certamente la cessazione definitiva di oltre un terzo delle attività – fino a 50.000 negozi, con la probabile ricaduta occupazionale per oltre 100.000 addetti – con il rischio di favorire la nascita e la diffusione di lavoro nero a domicilio senza controlli né misure di sicurezza, incrementando in modo esponenziale il pericolo di contagio che le misure vorrebbero evitare. L’attività di acconciatori e centri estetici genera un volume di affari che supera i 6 miliardi di euro e impiega oltre 263.000 addetti in 130.000 saloni. Il 90% delle 130.000 imprese è costituito da unità con 2 persone occupate in media, capaci di generare fatturati e margini appena sufficienti a garantire la gestione giornaliera dell’esercizio.

Danni economici al settore beauty

La categoria degli acconciatori ed estetisti rappresenta la seconda categoria artigianale nel nostro paese. “Alla luce dei dati e delle considerazioni esposte e della natura ancora non dispositiva delle dichiarazioni del Presidente Conte, chiediamo con forza – è scritto nella nota di Cosmetica Italia – la riapertura dei saloni di acconciatura e dei centri estetici con tempi e modi anticipati rispetto alle comunicazioni effettuate dal governo, per la sopravvivenza e la salvaguardia di un settore fondamentale per l’economia e le famiglie italiane”.