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Fase 2, via libera ai funerali: 15 persone e solo congiunti

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Fase 2, cosa cambierà per i funerali con il nuovo dpcm annunciato dal Premier Conte? Nuove regole per l'ultimo saluto ai propri defunti.

Fase 2, via libera ai funerali ma con nuove e stringenti regole: cosa prevede il DPCM firmato nella serata di domenica 26 aprile dal premier Giuseppe Conte per la nuova fase da coronavirus? In merito all’ultimo saluto ai propri cari, dopo due mesi di assoluto stop, si potrà tornare a svolgere la funzione liturgica. Ma con particolari paletti. “Sulle cerimonie religiose c’è stata una fitta interlocuzione con il comitato scientifico, c’è stata però un’apertura per le cerimonie funebri, però con l’esclusiva partecipazione di un massimo di 15 congiunti, possibilmente all’aperto e garantendo comunque il distanziamento sociale“. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte, affermando di essere “addolorato” per lo stop ai funerali in un periodo con tante perdite.

Fase 2 funerali: le nuove regole

Il premier Conte ha voluto ringraziare la Cei per la comprensione e il sostegno e spiegando che per tutte le altre cerimonie religiose “dobbiamo continuare a dialogare con il comitato tecnico scientifico, confido nelle prossime settimane di poter allargare” ulteriormente le maglie dei divieti. “Sono sospese le cerimonie civili e religiose; sono consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro“.

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Questo passaggio del Dpcm annunciato dal premier in conferenza stampa ha creato – per il mancato via libera alle messe – la reazione ostile della Cei. Nel testo del decreto firmato ieri viene precisato che: “L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”.