Ospite a Mattino Cinque, Natalia Argiolas, barista di Cagliari, ha sfogato tutta la sua rabbia e disperazione per il momento di crisi che l’ha obbligata alla chiusura del suo esercizio commerciale e per ciò che la attende nelle settimane iniziali della cosiddetta fase 2. “Capisco il momento, ma io non resisto fino al 1 giugno” ha spiegato la donna.
Fase 2, il dramma della barista di Cagliari
Natalia Argiolas è tra i tanti esercenti colpiti dalla crisi sanitaria, e ha voluto raccontare la crisi economica dal suo punto di vista come barista di Cagliari tragicamente in difficoltà.
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Intervistata da Mattino Cinque, la donna madre di una bimba di 5 anni racconta le sue preoccupazioni dopo ben 50 giorni dalla chiusura del suo locale. “Capisco le difficoltà del momento – dice non riuscendo a trattenere le lacrime-, non è colpa di nessuno e io sono una guerriera, ma con poco riesco a fare poco, così non ce la faccio a sopravvivere“.
Verso una ripartenza complicata
Natalia mostra come nella Fase 2 il suo locale metterà in pratica tutte le norme di sicurezza e distanziamento sociale atte a prevenire ulteriori contagi, ma facendo filtrare preoccupazione dal punto di vista dei guadagni: “I bar sono classificati come luoghi pericolosi, ma non è così. Voglio ricominciare la mia vita, non voglio niente gratis, ma io non dormo la notte, io e i miei colleghi non ce la facciamo più“, aggiunge.
A partire dal 4 maggio, infatti, bar, locali e ristoranti dovranno incominciare a organizzare interni ed esterni per la riapertura del 1 giugno, tenendo conto delle norme in materia di distanziamento, sicurezza tra tavoli e utilizzo di detergenti, guanti e mascherine obbligatorie per la clientela.