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Coronavirus, Cei propone di celebrare i funerali senza bara durante il lockdown

funerali senza bara

La Cei ha proposto di celebrare i funerali senza bara dei defunti morti durante il lockdown, ma il Governo invita a rispettare le norme.

Dopo le polemiche scoppiate tra Cei e governo – la prima ha accusato l’esecutivo di compromettere la libertà di culto -, arriva una proposta anche per la fase 2. In attesa della riapertura, la Cei chiede di poter celebrare i funerali senza bara per le persone che sono decedute durante il lockdown. Il Governo, però, scende a muso duro contro la proposta e invita a rispettare le norme di contenimento per non vanificare il lavoro fatto sino a oggi. Dal 4 maggio, infatti, il via libera riguarda “le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone“.

Coronavirus, funerali senza bara

Il governo ha dato il via libera alla celebrazione dei funerali nella fase 2 “con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone“. La funzione religiosa, inoltre, deve “svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. Tuttavia, i vescovi e la Cei hanno chiesto di poter celebrare anche l’ultimo saluto per coloro che sono morti durante la fase 1: un funerale senza bara.

“La cosa più pesante di questo tempo – ha confessato monsignor Scotti – è stato assistere al dramma di tante famiglie che hanno salutato un parente che è entrato in ospedale e non lo hanno più visto”. Poter dare un ultimo saluto ai loro cari sarebbe il desiderio di tantissimi cittadini. “Per questo motivo – ha proseguito Scotti – i vescovi della Lombardia stanno pensando a una celebrazione comune della parola di Dio, senza messa, ma interreligiosa per pregare per tutti gli uomini e le donne, cattolici, ebrei, musulmani, protestanti e di ogni altro credo che sono morti abbandonati“.

Norme per la celebrazione dei funerali

In vista della possibilità di riprendere le celebrazioni funebri, monsignor Russo ha disposto alcune misure di sicurezza: “Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri – ha spiegato – sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner. Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto”. Inoltre, “venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi”. Infine, “vista la possibilità di celebrare le esequie anche con la santa messa – conclude Russo -, nel momento della distribuzione della comunione eucaristica si evitino spostamenti”. Al termine di ogni celebrazione si dovrà favorire il ricambio dell’aria.