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Fase 2, Silvestri: "Il coronavirus è in ritirata in Italia, soffre il caldo"

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Secondo il virologo Silvestri, il coronavirus è in ritirata in Italia a causa dell'arrivo della bella stagione. Il suo piano per la fase 2.

Guido Silvestri – docente alla Emory University di Atlanta, negli Stati Uniti – ha commentato su Facebook l’andamento dei contagi da coronavirus in Italia: “Continua la grande ritirata di SARS-CoV-2″. Nell’ultimo bollettino del 1 maggio 2020, infatti, “calano i ricoveri in terapia intensiva (nel giorno precedente il calo di altre 116 unità, da 1694 a 1578), ma calano anche i ricoveri ospedalieri (scesi di altre 580 unità, da 18.149 a 17.569) e si è anche abbassato il numero dei decessi (285 unità). Quindi barra a dritta e avanti tutta verso la fine del tunnel”.

Silvestri: “Il coronavirus è in ritirata”

Una discesa che promette bene quella dei contagi e dei ricoveri nelle terapie intensive: pare che il coronavirus in Italia sia in ritirata. “Guardando la regolarità con cui i numeri di Covid-19 in Italia continuano a scendere – ha notato Guido Silvestri -, è forte la tentazione di dire ‘Lasciamo che il virus sparisca senza cambiare la formula vincente’. Ma mi rendo conto che la sofferenza economica e socio-sanitaria legata al lockdown ormai sta superando quella causata dal virus”, prosegue.

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Il suo piano per una riapertura in sicurezza prevede tre semplici principi:

  1. Monitoraggio, sia delle infezioni che del livello di immunità, con test sierologici e virologici, ed anche con contact tracing.
  2. Flessibilità, sia nel riaprire che, se necessario, nel richiudere, anche a livello loco-regionale.
  3. Coordinazione, a livello nazionale, tra regioni, ma anche internazionale, integrandosi con le strategie usate in Europa, Usa, Cina ecc

A questo però occorre aggiungere anche l’uso di mascherine, un buon distanziamento sociale e tanta igiene personale. “Presto, cari amici, torneremo tutti alla normalità, ne sono convinto”, promette ancora Silvesti. “Dobbiamo gestirla bene questa transizione – aggiunge ancora -, non alla carlona, perché il rischio di andare a sbattere contro un altro muro non è per niente piccolo”.