> > Coronavirus, l'appello del primario di Rimini: "Abbiate pazienza"

Coronavirus, l'appello del primario di Rimini: "Abbiate pazienza"

coronavirus primario rimini

In un videomessaggio ai suoi concittadini, il direttore dell'ospedale di Rimini ha ricordato l'importanza di restare a casa anche nella fase 2.

Giusppe Nardi, primario del reparto di anestesia e rianimazione all’Ospedale Infermi di Rimini in un videomessaggio caricato sul sito del comune ha voluto lanciare un appello a tutti i cittadini in chiave coronavirus. Un appello che arriva alla vigilia del 4 maggio, giorno della fatidica Fase 2 in cui però non dovrà mancare prudenza e pazienza.

Coronavirus, videomessaggio del primario di Rimini

Alla vigilia della fatidica Fase 2, Giuseppe Nardi, direttore del reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale Infermi di Rimini, in un videomessaggio ha voluto lanciare questo appello: “Il coronavirus è un mostro che non è ancora stato domato. Se ci sfugge di mano sarà una strage“.

Un appello caricato appositamente sul sito del comune affinché possa giungere da monito per tutti i cittadini che dal 4 maggio si sentiranno in dovere di fare qualche eccezione alle misure di sicurezza prestabilite.

Voglio fare un appello a tutti, popolazione in primis e politici: ci avete chiamato angeli, eroi, ci avete applaudito… adesso fate quello che vi chiediamo noi, siete voi ora che dovete aiutarci: non dovete ancora uscire, dovete mantenere le disposizioni che vi sono state date. Tutti abbiamo voglia di uscire, andare a correre, andare al mare. Non si può ancora fare. Per ancora 15 giorni dovete fare i sacrifici che vi sono stati chiesti“.

Situazione instabile

Il primario ha voluto poi fornire delle informazioni sulla situazione dei contagiati nella città:”A Rimini abbiamo ancora 20 pazienti in rianimazione, 18 dei quali intubati. Consideriamo che prima dell’epidemia, in questo reparto avevamo 15 posti. Ciò significa che con i soli pazienti covid siamo ben oltre il normale impegno del reparto“.

Sentiamo le notizie dagli Stati Uniti, dove l’88% dei pazienti intubati è morto. Da noi siamo ben al di sotto di queste terribili percentuali. All’ospedale di Rimini abbiamo avuto 100 morti, ma in altre parti d’Italia è stata un’autentica strage”, ha concluso il dottor Nardi.