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Fase 2, Confindustria: "In autunno si rischia un'emergenza sociale"

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Il presidente di Confindustria è critico con Conte sulla fase 2: "A ottobre si rischia l'emergenza sociale".

Oggi, lunedì 4 maggio, in Italia inizia la fase 2 dell’emergenza coronavirus, quella della convivenza, con molte imprese che hanno ripreso la loro attività e sono chiamate ora a provare a far ripartire l’economia. Non sarà facile in quanto l’emergenza Covid-19 ha notevolmente scosso il sistema Italia e ripartire, dopo due mesi di stop completo, sarà molto difficile. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in una sua recente conferenza stampa, ha avvertito i cittadini: “Il destino dell’Italia è nelle nostre mani”, frase quanto mai vera. C’è poi il parere degli industriali, in cui rappresentanza ha parlato il presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi che, in un’intervista al Corriere della Sera, ha sottolineato come il rischio per l’Italia sia quello di dover far fronte a un’emergenza sociale in autunno.

Fase 2, Confindustria: rischio emergenza sociale

“Abbiamo reddito di emergenza, reddito di cittadinanza, cassa ordinaria, straordinaria, in deroga, Naspi, Discoll. Potrei continuare – ha detto Bonomi – La risposta del governo alla crisi si esaurisce in una distribuzione di danaro a pioggia. Danaro che non avevamo, si badi bene, si tratta di soldi presi a prestito. Possiamo andare avanti così un mese, due, tre. Ma quando i soldi saranno finti senza nel frattempo aver fatto un solo investimento nella ripresa del sistema produttivo, allora la situazione sarà drammatica. Stabiliamo pure che le imprese non debbano licenziare. Ma non si salvano per legge le aziende dal fallimento. Se questa è la rotta del governo, l’approdo non può essere che uno: l’esplosione di una vera e propria emergenza sociale già a settembre-ottobre.

Le proposte del presidente di Confindustria Bonomi

É lo stesso Bonomi ha parlare poi di nuove proposte e di alternative a quanto messo in atto dal governo: “Le proposte non ci mancano. Peccato che al governo difetti la volontà di ascoltare. Ho l’impressione che ci si prepari a scaricare le responsabilità su banche e imprese. Non lo permetteremo. Le prime tre misure che il governo dovrebbe adottare sono lo sblocco di tutte le opere pubbliche già finanziate. Inoltre, sia gli incentivi di industria 4.0 e sia i pagamenti dei debiti che lo Stato deve alle imprese devono trasferirsi in liquidità immediata, cioè con una detrazione sulle imposte che si pagano quest’anno”.