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La bufala dei Nas a Mantova per bloccare per le cure con il plasma

Mantova plasma

La bufala sul web: il governo avrebbe mandato i Nas a Mantova per chiudere il reparto che cura i malati col plasma.

Circola sui social, e non solo, una fake news riguardante le cure contro il coronavirus. Da qualche tempo, a Pavia e Mantova si stanno sperimentando delle terapie a base di plasma che sembrano dare ottimi risultati. Proprio sulla plasmaterapia sta circolando l’ennesima bufala di questa emergenza sanitaria, secondo cui il governo avrebbe inviato i Nas a Mantova per chiudere il reparto che si occupa di curare i pazienti Covid utilizzando il plasma dei guariti.

Plasma, la bufala sui Nas a Mantova

Siamo a Mantova, dove grazie a una cura sperimentale si intravede una possibile via d’uscita dalla pandemia: la cura a base di plasma funziona. Parallelamente alla scoperta scientifica, però, sta circolando una notizia falsa: il governo avrebbe mandato i Nas a Mantova per chiudere il reparto che guarisce i pazienti con il plasma. La notizia, circolata su Facebook, era correlata dell’immagine di un articolo della Gazzetta di Mantova del 3 maggio, dal titolo “Mantova, la cura del plasma finisce sotto la lente dei Nas“. È bastato ciò a scatenare un uragano di commenti e polemiche.

La smentita

I Nas non si sono mai recati a Mantova, hanno semplicemente effettuato una chiamata. “Non so perché i Nas abbiano chiamato ma sono totalmente tranquillo – conferma il direttore generale Raffaello Stradoni -. Il protocollo sulla sperimentazione è rigido e consente il trattamento solo su alcuni pazienti che devono avere certi criteri. So che la gestante in questione non rispondeva a queste caratteristiche, ma era molto grave e rischiavamo di perderla, per cui abbiamo somministrato la cura off-label, in ambito compassionevole e l’abbiamo salvata. Non mi risulta comunque che i carabinieri del Nas abbiano sequestrato le cartelle cliniche, hanno solo fatto una telefonata“.

La gestante in questione è una donna incinta, curata a Mantova con il plasma. Insomma, da parte del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità non ci sono state perquisizioni o richieste di materiale o cartelle, solo una telefonata per avere informazioni sul caso specifico della donna e non sulla sperimentazione della cura.