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Terremoto nelle Marche, paura nella zona colpita dal sisma del 2016

terremoto marche amandola

Una scossa di terremoto nelle Marche è stata registrata dall'Ingv: magnitudo di 3.6, sisma chiaramente avvertito dai cittadini.

Terremoto nelle Marche: una scossa di magnitudo 3.6 è stata registrata dall’Ingv nella provincia di Fermo. I rilevatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia si sono attivati alle ore 4.05. Secondo i primi dati l’epicentro sarebbe stato individuato a circa 4 chilometri da Amandola ad una profondità di 11 chilometri. Il sisma è stato avvertito dai cittadini di tutta l’area, anche se al momento fortunatamente non ci sono notizie di danni a cose o persone. L’ipocentro è alle coordinate geografiche (lat, lon) 42.98, 13.31.

Terremoto nelle Marche, trema Fermo

Amandola, in provincia di Fermo, è una delle località danneggiate dal terremoto del 2016. Il sisma è stato nettamente avvertito anche ad Ascoli Piceno creando non poca paura tra gli abitanti della zona. Il terremoto nelle Marche è l’ultimo di una serie che sta facendo tremare l’Italia in queste settimane.

La terra trema da Nord a Sud

Terremoti con oltre i 3 gradi di magnitudo sono stati registrati da Nord a Sud dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. In provincia di Napoli uno sciame sismico ha interessato l’area flegrea a Pozzuoli dove gli abitanti sono anche scesi in strada il 26 aprile. Prima ancora la terra ha tremato a Cosenza in Calabria e poi in Puglia con un terremoto di 3.7 di magnitudo individuato a 3 chilometri da Poggio Imperiale, cittadina in provincia di Foggia tra San Severo ed il Gargano. Il 16 aprile, un terremoto di magnitudo 4.2 ha interessato la Lombardia ed in particolare Cerignale, in provincia di Piacenza. La scossa è stata avvertita in tutta la Lombardia, in Emilia Romagna ed in Liguria.

La rete di sorveglianza

I terremoti sono puntualmente segnalati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia attraverso la sua rete di sorveglianza di Roma dove arrivano in tempo reale i segnali delle 400 stazioni della Rete Sismica Nazionale e di altre reti. Quando un determinato numero minimo di stazioni registra un terremoto, i sistemi informatici utilizzati associano i segnali tra di loro e calcolano la localizzazione ipocentrale e la magnitudo.