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Aiuti alle Partite Iva per il Coronavirus: bonus, liquidità e credito d'imposta

Tutti gli aiuti alle piccole partite IVA

In attesa del nuovo decreto economico, vediamo tutti gli aiuti alle piccole partite IVA, previsti dai diversi decreti che si sono susseguiti tra marzo e aprile. Uno per uno.

Bonus partite IVA

Partiamo dal bonus 600 euro partite IVA, un beneficio esentasse che riguarda, tra gli altri beneficiari, anche le partite IVA con iscrizione alle gestioni INPS:

  • Gestione Separata;
  • Gestione Artigiani e Commercianti.

Il bonus riguardava il mese di marzo ed è stato erogato in aprile a 3,5 milioni di soggetti che ne hanno fatto richiesta.

Allo studio nel prossimo decreto economico, il rinnovo del bonus per i mesi di aprile e maggio, ma con alcune modifiche:

  • rinnovo automatico con pochi click per chi ha già fatto domanda del bonus marzo;
  • importo innalzato a 800 euro per ciascun mese;
  • bonus aprile senza vincoli;
  • bonus maggio con possibili paletti legati al reddito del richiedente (il beneficio potrebbe essere precluso a chi nell’anno precedente ha dichiarato un reddito superiore a 30/35mila euro).

Su questo e su tutti gli altri fronti relativi ad aiuti ed agevolazioni, si sono mosse anche le casse professionali private degli Ordini (commercialisti, avvocati, architetti ecc.), che si sono attivate in accordo con il Governo, per fornire supporto ai propri iscritti.

Cassa integrazione in deroga

La cassa in deroga riguarda i 2,5 milioni di lavoratori delle piccole attività che normalmente sarebbero escluse dallo strumento della cassa integrazione ordinaria, perché occupati in imprese non incluse nell’elenco delle attività aventi diritto alla CIGO, oppure perché dimensionalmente ridotte.

La cassa integrazione in deroga, infatti, coinvolge anche le imprese con un solo dipendente, come ad esempio può essere un piccolo bar.

La durata massima è pari a 9 settimane, che certamente verranno prolungate, da fruire entro il 31 agosto 2020 (ma il prossimo decreto aprile potrebbe prevedere un prolungamento). Il trattamento economico garantisce al lavoratore uno stipendio pari all’80% di quello normalmente percepito.

La liquidazione di questo strumento è in capo all’INPS, ma la domanda deve essere fatta alle Regioni, o alle Province autonome, presso cui l’azienda ha sede.

Sospensione mutui per professionisti e autonomi

L’accesso al Fondo Gasparrini per la sospensione dei mutui per l’acquisto della prima casa, è stato esteso anche alle partite IVA. Ma ad alcune condizioni:

  • la sospensione durerà al massimo 9 mesi anziché 18 (come previsto per i lavoratori dipendenti);
  • i richiedenti devono aver registrato un calo del fatturato superiore al 33% rispetto a quanto fatturato nell’ultimo trimestre 2019, in conseguenza della chiusura o della restrizione della propria attività.
  • il calcolo del calo del fatturato deve riferirsi al periodo tra il 21 febbraio 2020 e la data della domanda, e comunque per un intervallo massimo di tre mesi.

In pratica il calo del fatturato deve essere calcolato considerando il periodo 21 febbraio – 21 maggio, ma se il -33% sopraggiunge in un lasso di tempo minore si può subito fare richiesta di sospensione del mutuo.

La domanda di sospensione del mutuo va inoltrata alla banca che lo ha concesso, compilando il modulo per la richiesta della sospensione reso disponibile sui siti di Ministero dell’Economia e delle Finanze e di Consap Spa (società del Ministero che gestisce il Fondo Gasparrini).
Attenzione! Possono essere sospesi soltanto i mutui di importo originario fino a 400mila euro. Dunque non si considera il valore residuo ma quello di partenza.

Finanziamenti garantiti fino a 25mila euro

Con il cosiddetto Decreto Liquidità, tra l’altro, il Governo ha messo in campo prestiti garantiti dallo Stato a PMI microimprese, lavoratori autonomi e professionisti, fino a 25mila euro.

Dal 20 aprile 2020 è possibile fare domanda per questa tipologia di prestito che presenta una procedura abbastanza automatica, anche se non immediata come inizialmente si prefiggeva il Governo.

Vediamo in breve le caratteristiche di questa tipologia di finanziamento garantito:

  • garanzia del 100% del prestito da parte dello Stato;
  • importo massimo garantito fino al 25% dei ricavi 2018 indicati nel modello Redditi 2019, e comunque non oltre a 25mila euro;
  • rimborso in un periodo massimo di 6 anni;
  • prima rata non prima di 24 mesi dall’erogazione del prestito.

Per fare domanda occorre:

  • compilare il modulo per la richiesta del prestito, scaricabile dal portale del Fondo di Garanzia del Ministero per lo Sviluppo Economico;
  • fornire alla propria banca i documenti necessari all’istruttoria (il nostro consiglio è dunque quello di consultare preliminarmente il sito della banca o la filiale di riferimento).

Credito d’imposta affitti

Negozi, botteghe e studi professionali. Ma anche teatri e palestre.

Sono tante le attività che, pur non lavorando da marzo, devono sostenere il costo dell’affitto dei locali non di proprietà.

Un spesa in molti casi insostenibile, in assenza totale di incassi.

Per i locali commerciali costretti alla chiusura forzata per legge, il Decreto Cura Italia prevede un credito d’imposta pari alo 60% del canone di locazione sostenuto del mese di marzo. Credito che con tutta probabilità verrà esteso anche ad aprile e forse maggio, considerando che fino al 1° giugno le attività di ristorazione e di cura della persona resteranno chiuse.

Il credito di imposta consente di recuperare l’importo del beneficio accordato in compensazione in F24: quindi per ridurre o azzerare le uscite per i pagamenti di imposte, tasse e contributi.

Il Decreto Cura Italia precisa che gli immobili interessati sono soltanto quelli nella categoria catastale C/1, cioè negozi e botteghe. Ma il prossimo decreto economico, potrebbe estenderlo ad altri immobili, come studi professionali, capannoni, alberghi e, come detto all’inizio, palestre e teatri.

Credito d’imposta sanificazione

Stessa forma di contributo, quella cioè del credito nei confronti dello Stato da utilizzare in compensazione al momento del pagamento di tasse e contributi, anche per per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro.

Questo credito d’imposta è rivolto ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione e ha le seguenti caratteristiche:

  • credito pari al 50% dell’importo speso per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro;
  • importo massimo su cui calcolare il credito pari a 20mila euro, dunque il credito può raggiungere la quota massima di 10mila euro.

Rinvio scadenze fiscali

Chiudiamo con la revisione e lo slittamento del calendario fiscale 2020, che porta con se anche uno slittamento dei pagamenti in modo da trattenere liquidità nelle attività di impresa e professionali.

Tra questi, segnaliamo:

  • prorogati i versamenti di tasse e contributi di marzo e aprile per chi ha avuto ricavi nel 2019 inferiori a 50 milioni di euro e un calo del fatturato di almeno il 33% (o superiori a 50 milioni con calo fatturato di almeno il 50%), i versamenti andranno poi effettuati entro il 30 giugno 2020 o in 5 rate mensili sempre a partire da quella data;
  • sospensione fino al 31 maggio delle attività di controllo, accertamento, riscossione e contenzioso da parte dell’Agenzia delle Entrate;
  • disapplicazione della ritenuta d’acconto sui compensi a professionisti senza dipendenti.