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Coronavirus, classifica con l'indice di contagio regione per regione

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Indice di contagio da Coronavirus, continuano a calare i dati. Il numero diffuso regione per regione, media nazionale sotto lo 0,80.

Coronavirus, l’indice di contagio regione per regione. L’ISS afferma che solo una rimane sotto la soglia dello 0,2, l’Umbria: “Meno contatti più immuni, ecco come cambia R0”.

Il contagio italiano

“Il nostro R0 per il coronavirus è 0,75, sotto la media nazionale che è dello 0,80″, lo afferma con una non velata soddisfazione Fabrizio Sala, vicepresidente lombardo, che sottolinea il comportamento “dei lombardi che si sono fermati con il lockdown e poi hanno ripreso l’attività, rispettando le misure. Perché non possiamo né morire di Covid né morire di fame. Dobbiamo reagire con la testa e i milanesi la testa la stanno usando”. Parole che riportano subito alla mente il parametro a cui tutti oggi guardano, ovvero il R0 – l’indice di contagio – che ha implicazioni diverse, basi statistiche non così certe e molte proiezioni politiche da verificare.

Le precisazioni dell’ISS

A mettere un freno però alle affermazioni di Sala, è arrivata prontamente l’ISS: “È più corretto parlare di Rt”, che di R0, ovvero erre con zero. Una differenza non da poco, poiché l’R0 si misurava a inizio della pandemia, e rappresenta in numero medio di casi secondari generati da un infettore, valore che a inizio pandemia, nelle regioni del Nord, aveva raggiunto quota 3. Ovvero una persona ne contagia in media 3. L’Rt rappresenta invece l’R0 nel tempo, ovvero dopo l’entrata in vigore delle misure di contenimento: quando l’indice scende sotto l’1, vuol dire che il contagio sta calando. Ma attenzione a dar subito per validi tali valori, gli stessi epidemiologi, come Alessandro Vespignani, chiariscono: “Dietro questo benedetto R0 c’è una tale complessità previsionale che siamo un po’ come i meteorologi”. Primo fattore da tenere bene a mente è sempre il numero dei tamponi: più ne vengono fatti, più il margine d’errore diminuisce.

I dati regione per regione

Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ISS del 27, il dato di contagio Rt della Lombardia è di 0,53, differente da quello diffuso dalla stessa fermo a 0,75. “I dati sono uguali, la differenza dipende dagli algoritmi usati. I nostri numeri sono frutto dell’elaborazione di nostri ricercatori e fanno una media degli ultimi tre giorni. Ma la sostanza non cambia. E cioè che i lombardi stanno reggendo bene. Ci sono quattro milioni di cittadini al lavoro. Solo il 60 per cento è però in movimento, segno che lo smart working sta incidendo positivamente”, ha voluto chiarire Sala. Regione sotto la media e quindi nuove aperture? Interviene Stefano Merler, epidemiologo della Fondazione Kessler, già espressosi sulla vicenda tenendo il punto sugli asintomatici, non compresi nella classifica: “Sono scelte politiche, ma teniamo presente che ci sono due fattori che vanno in direzione opposta: il numero di contagiati e quello degli immuni. In Lombardia è alto il primo, ma anche il secondo. La Basilicata ha pochi contagiati, ma se si sviluppasse l’infezione avrebbe una platea potenziale più ampia. Dunque bisogna bilanciare”.

Percentuali da tarare anche sul numero assoluto della popolazione e della sua distribuzione nel territorio, che per scienziati e governo – prima di concedere ulteriori spostamenti tra regioni – deve spostarsi fin allo 0,2. Per ora non ne siamo lontani, con dati differenti per ogni regione, con l’unica eccezione per l’Umbria, già allo 0,19: seguono Basilicata con lo 0,35 e Trento con 0,42. Molise in testa con lo 0,84, le restanti tutte sotto la media.