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Coronavirus in circolazione da settembre e non a Wuhan: le ipotesi

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Diversi studi mostrano come il coronavirus fosse in circolazione già a settembre e non sia stato manipolato in laboratorio.

L’origine e la diffusione del coronavirus continuano ad essere oggetto di dibattito tanto nella scienza quanto nella politica, con i più che sostengono la tesi secondo cui l’infezione sarebbe sfuggita al controllo del laboratorio di Wuhan per poi diffondersi in Cina e di conseguenza in tutto il globo, presumibilmente a partire dalla fine del 2019. Ci sono però degli studi secondo cui il virus fosse già in circolazione a settembre e non nella città diventata poi primo focolaio dell’epidemia.

Coronavirus in circolazione da settembre e non a Wuhan

Uno studio pubblicato su Nature Medicine il 17 marzo scredita innanzitutto l’ipotesi secondo cui il virus sia stato manipolato in laboratorio. In primis identifica il pangolino come possibile ospite intermedio tra l’ospite serbatoio (presumibilmente il pipistrello) e l’uomo. L’animale avrebbe quindi svolto lo stesso ruolo dello zibetto nell’epidemia di Sars, con la differenza che il suo genoma corrispondeva a quello umano al 99,8%, mentre quello del pangolino soltanto al 90,3%. Secondo gli esperti questo sarebbe dovuto ad una pressione selettiva esercitata nell’ospite intermedio o direttamente nell’uomo al momento del contagio. Cosa che escluderebbe un intervento di manipolazione in laboratorio.

Un altro studio mostrerebbe poi che è possibile che Wuhan sia stato soltanto il crocevia in una emersione epidemica molto più complessa. Analizzando infatti 160 genomi umani campionati tra il 24 dicembre e il 4 marzo, sono state trovate tre varianti di infezione. Una diffusa in Cina e in diverse aree dell’America e dell’Australia. Una presente per lo più in Asia orientale, dunque anche a Wuhan. E un’altra diffusa soprattutto in Europa ma anche in altre aree asiatiche. La prima variante viene ricondotta in particolare a quattro individui del Guangdong, regione di Guangzhou-Canton da cui è partita la prima Sars.

Lo stesso autore della ricerca ha inoltre spiegato che l’outbreak non sarebbe da ricondurre alla fine del 2019 bensì ad un range cronologico esteso tra il 13 settembre e il 7 dicembre. Quanto al luogo, egli ha citato le regioni della Cina meridionale e non dunque la città divenuta poi focolaio dell’epidemia.