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Nidi e centri estivi: termoscanner e microgruppi per riaprire

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In Fase 2 potrebbe esserci finalmente la riapertura dei nidi e dei centri estivi. Cosa cambierà in questa strana estate 2020.

Durante la fase 2 da Coronavirus potrebbe esserci finalmente la riapertura di nidi e centri estivi: una notizia che farà certamente piacere alle tante famiglie costrette a tornare al lavoro e impossibilitate a poter lasciare i propri piccolini con nonni o parenti. Ed è per questo che il Governo Conte sta accelerando per la riapertura di nidi e centri estivi. Il Comitato Tecnico Scientifico è a lavoro per consentire ciò: prima di entrare nell’area di contatto con gli altri, a tutti, bambini e operatori, verrà misurata la febbre e sarà obbligatorio lavarsi le mani in fontanelle e lavandini posti all’ingresso di cortili, oratori, spazi gioco, giardini e ludoteche. Obbligo di certificati medici per grandi e piccoli e ai primi sintomi di febbre non si passa il primo controllo e si ritorna a casa.

Nidi e centri estivi: il piano per la riapertura

Qual è il piano per la riapertura di nidi e centri estivi durante la fase 2? Sono tre i capitoli del piano messo a punto dal tavolo formato dall’Anci, dai ministeri della Famiglia, Istruzione, Salute e Lavoro insieme alla Sip, società italiana di pediatria, e destinati a tutti quei soggetti (associazioni, centri sportivi, oratori) che organizzeranno l’estate dei bambini. Anzitutto, particolare attenzione alle regole per la riapertura e regolamentazione di parchi e giardini pubblici per la frequentazione di da parte di bambini di età anche inferiore a tre anni, accompagnati da genitori. È bene ricordare che nei parchi e nei giardini è obbligatorio l’uso di mascherine a partire dai 3 anni di età.

Inoltre, il Comitato Tecnico Scientifico dovrà trovare la quadra per quanto concerne le attività organizzate per bambini di età superiore ai tre anni in parchi e giardini con la presenza di un educatore. Inoltre, la riattivazione dei servizi educativi per la fascia 0-6 e progetti di attività ludico creative per bambini e ragazzi. Ed è su questo capitolo che è più interessante fermarsi, visto che rappresenta la parte più attesa del piano.

Ingressi scaglionati e termoscanner

Per centri estivi e nidi bisognerà organizzarsi con ingressi scaglionati. Le famiglie dovranno arrivare con orari differenziati per evitare assembramenti, con ingressi e uscite scaglionati almeno di 5/10 minuti. Ove possibile, potranno opportunamente essere differenziati i punti di ingresso dai punti di uscita, con individuazione di percorsi obbligati. I genitori o altri familiari adulti accompagnatori non dovrebbero variare nel corso del periodo di frequenza e non dovrebbero essere persone anziane o affette da patologie di apprezzabile rilievo.

Sarà necessario il controllo della temperatura mediante termoscanner prima dell’accesso all’area. All’ingresso dell’area bambini e operatori dovranno lavarsi le mani con acqua e sapone o con gel igienizzante. Non si potranno fare feste di fine corso, come spesso avviene nei centri estivi. Le attività dei bambini saranno documentate con video da consegnare alle famiglie. Gli operatori così come gli adulti che accompagnano i bambini dovranno essere dotati di mascherine. Per i bambini si raccomanda “l’uso corretto di mascherine”. Ma sarà il Comitato tecnico a decidere se e a partire da quale fascia d’età saranno obbligatorie.

Come comportarsi con bambini con febbre

I bambini con temperatura uguale o superiore a 37.5 e altri segni di malattia non saranno ammessi nella struttura. La procedura di triage deve prevedere in particolare le seguenti verifiche: chiedere ai genitori se il bambino ha avuto la febbre, tosse, difficoltà respiratoria o è stato male a casa. Osservare il bambino per rilevare segni evidente di malattia, come intenso rossore sulle gote, tosse, difficoltà a respirare, spossatezza o irritabilità. Dopo aver igienizzato le mani, verificare la temperatura corporea con rilevatore di temperatura corporea o termometro senza contatto.

Divisione in fasce di età

Per nidi e centri estivi si ragiona anche alla divisione di affluenza per fasce d’età. I bambini saranno divisi in gruppi piccoli, senza contatti tra i diversi gruppi e sempre con lo stesso operatore. Si ragiona a un sistema ‘a isole’ per garantire il distanziamento sociale ed evitare, nel caso di un contagio all’interno di un gruppo, poi il coronavirus si possa diffondere. Per i bambini età di nido d’infanzia il rapporto sarà di un adulto ogni tre piccoli 0-3 anni. Per l’età della scuola dell’infanzia 3-5 anni, un adulto ogni 5 bambini. Per l’età di scuola primaria, 6-10 anni, un adulto ogni 7 bambini. Per i bambini e ragazzi disabili il rapporto sarà uno a uno.