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Coronavirus, la guida del ministero della Salute alle bufale sul Covid

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Il ministero della Salute ha pubblicato un nuovo documento con il quale smentisce le principali bufale sul coronavirus apparse negli ultimi giorni.

Nonostante siano ormai passati ormai quasi due mesi e mezzo dai primi casi di coronavirus in Italia molti cittadini continuano ad abboccare alle decine di bufale e fake news circolanti nel web, contribuendo involontariamente alla persistente disinformazione sul tema. Per ovviare a questo problema, il ministero della Salute ha deciso di pubblicare un secondo vademecum, dopo il primo dello scorso 27 marzo, in cui vengono smentite le nove bufale più popolari delle ultime settimane, di modo che i cittadini possano finalmente avere le idee chiare su una tematica tanto importante.

Coronavirus, le bufale smentite dal ministero

È sul suo sito internet ufficiale che il ministero della Salute ha deciso di ribattere punto per punto alle principali fke news di questo periodo, le quali seguono quelle delle settimane precedenti incentrate per lo più sulla resistenza del virus sull’asfalto, sull’utilizzo di acqua calda per debellare il Covid e sulle pensioni ridotte del 50%.

Bere latte protegge dal coronavirus

La prima bufala ad essere smentita dal ministero è quella secondo cui bere latte proteggerebbe e curerebbe l’infezione da coronavirus: “Non ci sono attualmente evidenze scientifiche che il latte abbia una azione protettiva o curativa nei confronti dell’infezione da nuovo coronavirus”.

È possibile disinfettarsi con i raggi UV

A seguire troviamo invece la diceria per cui i cosiddetti raggi ultravioletti funzionerebbero efficacemente come disinfettante per la pelle. Il ministero ha ribadito come per disinfettare mani e viso bastino acqua e sapone o soluzioni a base alcolica: “Le lampade a raggi ultravioletti (UV) non devono essere utilizzate per disinfettare le mani o altre aree della pelle. Le radiazioni UV possono causare irritazione alla pelle e danneggiare gli occhi. Lavarsi le mani con acqua e sapone o con soluzioni a base alcolica (igienizzanti per mani) sono i modi più efficaci per rimuovere il virus”.

Mangiare peperoncino protegge dal nuovo coronavirus

Nel campo delle bufale culinarie vengono smentite le presunte qualità anti coronavirus del peperoncino: “Non ci sono evidenze scientifiche che mangiare o aggiungere peperoncino ai cibi prevenga o curi Covid-19. Il modo migliore per evitare di infettarsi con il nuovo coronavirus è quello di tenersi alla distanza di almeno 1 metro dagli altri e di lavarsi frequentemente e accuratamente le mani con acqua e sapone oppure con disinfettanti a base alcolica”.

Le mosche possono diffondere il coronavirus

Anche il mondo animale non viene risparmiato dalle fake news sul coronavirus. Protagonista di questa diceria sono le mosche, accusate ingiustamente di essere potatrici del coronavirus tra gli uomini: “Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche che indichino che le mosche possano diffondere il nuovo coronavirus. Il virus si diffonde principalmente attraverso le goccioline che si generano quando una persona parla, tossisce o starnutisce (droplets). Ci si può infettare anche toccando superfici contaminate e poi toccandosi occhi, naso e bocca prima di lavarsi le mani. Per proteggersi dall’infezione si raccomanda di disinfettare le superfici toccate frequentemente, lavarsi spesso le mani e mantenere la distanza di almeno 1 metro dagli altri”.

Il coronavirus si cura con acqua e bicarbonato

Smentita anche la bufala secondo cui basterebbero acqua e bicarbonato per curare il coronavirus: Non ci sono evidenze che il bicarbonato disciolto in acqua abbia una azione curativa, né protettiva, nei confronti della malattia da nuovo coronavirus”.

Gli oli essenziali delle piante aromatiche come basilico, rosmarino, origano, proteggono dal nuovo coronavirus

Così come per acqua e bicarbonato, anche per le piante aromatiche viene smentita ogni tipo di capacità curativa o protettiva nei confronti del Covid-19: “Non ci sono evidenze che le piante aromatiche, né gli oli essenziali da queste derivanti, svolgano un ruolo protettivo nei confronti dell’infezione da nuovo coronavirus”.

Le zecche possono trasmettere il coronavirus

Dopo le mosche vengono inoltre scagionate dall’essere portatrici del coronavirus anche le zecche, per le quali tuttavia è necessario comunque prestare attenzione soprattutto se si cammina nei prati o nei campi, dato che con il loro morso possono trasmettere malattie come il morbo di Lyme o la febbre bottonosa: “Il virus responsabile della COVID-19 è un virus respiratorio e si trasmette da uomo a uomo principalmente attraverso le minuscole goccioline emesse con starnuti o colpi di tosse o portando le mani alla bocca, al naso o agli occhi dopo aver toccato superfici od oggetti contaminati di recente. Ad oggi non c’è alcuna evidenza scientifica di una trasmissione attraverso artropodi vettori, quali zecche, zanzare o altri insetti che invece possono veicolare altri tipi di virus (detti arbovirus), responsabili di malattie completamente diverse dalla COVID-19, come ad esempio la dengue e la febbre gialla”.

L’ozono protegge dal nuovo coronavirus

Smentite anche le bufale sulle proprietà sterilizzanti dell’ozono, che non protegge dal coronavirus:Non ci sono evidenze che l’ozono svolga una funzione sterilizzante nei confronti del nuovo coronavirus e che conseguentemente metta al riparo dal contrarre l’infezione”.

Il vapore mi protegge dall’infezione

Ultimo ma non meno importante, anche il vapore viene escluso dalla lista dei prodotti sterilizzanti che possono proteggere l’uomo dal rischio di contrarre il coronavirus: “Non ci sono evidenze che il vapore svolga un’azione sterilizzante nei confronti del nuovo coronavirus. Le azioni più efficaci per la pulizia della casa e degli ambienti in cui soggiorniamo sono quelle di pulire pavimenti e altre superfici prima con acqua e sapone o altri detergenti per rimuovere lo sporco e poi disinfettarle con una soluzione di cloro attivo allo 0,1%.

Per quanto riguarda la pulizia delle superfici con cui veniamo maggiormente in contatto, il ministero consiglia tuttavia: “Per la pulizia dei servizi igienici e delle superfici toccate più frequentemente, tipo maniglie delle porte e delle finestre, cellulari, tastiere dei p.c., etc., la percentuale di cloro attivo sale allo 0,5%. Per la decontaminazione delle superfici che potrebbero essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, dopo la pulizia con un detergente neutro, è possibile utilizzare un disinfettante a base di alcol. Sia durante che dopo le operazioni di pulizia delle superfici è necessario arieggiare gli ambienti”.