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I tamponi senza reagenti non servono: la denuncia dei medici

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Coronavirus, i tamponi sono arrivati ma a mancare continuano a essere i reagenti. La denuncia dei medici: "Così è tutto inutile".

I tamponi senza reagenti non servono. Sebbene sia aumentato – con un rifornimento di oltre tre milioni – il numero di tamponi, a mancare continuano a essere i reagenti. La denuncia arriva sia dai medici che da fonti governative. “Si sta lavorando per l’approvvigionamento dei reagenti perché se dobbiamo arrivare a 5 milioni di tamponi nei prossimi mesi, puoi avere tampone, il bastoncino, ma se non hai il reagente non ci fai nulla”. Lo ha detto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. “Il totale del materiale consegnato per fare i tamponi è circa 3 milioni e 700mila pezzi. Come giustamente evidenziato dal prof. Crisanti, in questi 3,7 milioni ci sono i bastoncini per fare la campionatura nel naso o in gola. I tamponi consegnati sono stati 2 milioni e mezzo. In alcuni casi i reagenti non sono stati consegnati e c’è stato un approvvigionamento locale da parte delle regioni. È il problema principale, perché il tampone lo consegni ma se non c’è il reagente è come non averlo“.

I tamponi senza reagenti non servono

Come riferito da Il Post, Invitalia – l’azienda che si sta occupando del rifornimento – non può inviare gli stessi reagenti a ogni laboratorio di analisi poiché ognuno ha i propri macchinari, e a macchinari diversi corrispondono reagenti chimici diversi: “Di fatto gli approvvigionamenti sono di competenza regionale, perché è complicato comprare reagenti a livello nazionale per ogni macchinario diverso”. Gli approvvigionamenti scarseggiano a livello internazionale, e le regioni stanno avendo grandi difficoltà a procurarsi quelli necessari. A mancare, nello specifico, sono prevalentemente i reagenti di estrazione.

La mancanza di reagenti, comunque, non è l’unico limite nel fare più tamponi: nei laboratori che li analizzano manca anche il personale per aumentare di molto la quantità di test elaborati, che deve avere almeno in parte una formazione specifica. Ci sono poi anche limiti di strumentazioni: acquistare nuovi macchinari è diventato molto complicato, perché sono perlopiù prodotti all’estero e quindi vengono venduti prioritariamente nei paesi di produzione, nonostante la grandissima richiesta internazionale.