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Coronavirus artificiale, medici smentiscono Zaia: "Non ci sono prove"

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Com'era prevedibile, le controverse affermazioni di Luca Zaia sull'origine artificiale del coronavirus sono state smentite dai medici italiani.

All’indomani delle controverse affermazioni del presidente del Veneto Luca Zaia, in merito alla presunta origine artificiale del coronavirus, la medicina italiana si è mobilitata per smentire categoricamente quanto dichiarato dal politico leghista, soprattutto in un’ottica di lotta alla disinformazione in un periodo mediaticamente critico come può essere quello dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. In un’intervista al Corriere della Sera, il dottor Antonino Di Caro ha infatti spiegato come non esistano al momento elementi concreti che provino una natura artificiale del coronavirus.

Coronavirus artificiale, i medici smentiscono Zaia

Responsabile del laboratorio di Microbiologia dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, il dottor Antonino Di Caro ha spiegato come non vi sia alcun fondamento nelle dichiarazioni di Luca Zaia circa una correlazione tra l’indebolimento di un virus e la sua natura artificiale: “La perdita di aggressività non è un criterio per ipotizzare un’origine non naturale. Nessuno ha mai trovato segni che dimostrino sia stato manipolato in laboratorio”.

L’origine naturale del virus era peraltro già stata illustrata più volte in passato dagli scienziati di tutto il mondo, gli stessi che attualmente sono al lavoro per studiare le mutazioni che il coronavirus ha messo in atto durante queste ultime settimane: “Tutti i gruppi internazionali stanno studiando il virus, non è mai stata messa in campo tanta forza. Non appena viene individuata una mutazione consolidata, cioè presente in un migliaio di sequenze, viene fatta una verifica con studi su modelli cellulari o animali per verificare se queste differenze corrispondono ad una maggiore abilità dell’agente patogeno di moltiplicarsi e creare danni all’uomo.

Le eventuali mutazioni del virus

A questo proposito, il professor Di Caro specifica che il coronavirus Sars-CoV-2 possiede una capacità di mutazione inferiore rispetto a quella della gran parte dei virus influenzali o dell’Ebola: “Appartiene come loro alla famiglia di virus a RNA, di solito mutevoli perché sprovvisti del meccanismo che corregge gli errori della replicazione. In parole semplici non hanno il correttore di bozze”.

Di Caro infine precisa che le mutazioni attualmente allo studio dei medici sono quelle presenti a livello dei meccanismi con cui il coronavirus penetra nel nostro organismo: “L’attenzione è per la proteina Spike che Sars utilizza come chiave per penetrare nelle cellule. Un cambiamento in questa parte specifica potrebbe tradursi in una più spiccata capacità di eludere la sorveglianza del sistema immunitario e dilegarsi più facilmente alle cellule. Ma, ripeto, niente di questo è stato visto”.