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Coronavirus in Lombardia: 81.507 casi in totale e 62 morti in più

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Le autorità regionali lombarde hanno reso noto il bilancio dell’emergenza coronavirus in Lombardia aggiornato a domenica 10 maggio.

Come di consueto, anche nella giornata del 10 maggio gli amministratori locali della Lombardia hanno divulgato il bilancio dei casi di coronavirus registratisi in regione nelle ultime 24 ore. Rispetto ai dati della giornata di sabato è stato registrato un ulteriore decremento del numero dei positivi e dei decessi, con 81.507 contagi e 62 morti in più. Si segnala inoltre una diminuzione di 107 unità dei ricoverati negli ospedali della regione, confermando dunque il trend di questi ultimi giorni.

Coronavirus, il bilancio in Lombardia

Assieme alle statistiche generali sono stati riportati i dati dei contagi riferiti alle singole province, con la città metropolitana di Milano che si conferma ancora in testa con i suoi 21.376 casi, con 9.019 casi nella sola metropoli meneghina: seguono Brescia e Bergamo, rispettivamente con 13.550 e 11.741 casi, poi troviamo Cremona con 6.248, Monza con 5.055, Pavia con 4.777, Como con 3.496, Mantova con 3.251, Lodi con 3.271, Varese con 3.182, Lecco con 2.486 e infine Sondrio con 1.287 casi di coronavirus. Per quanto riguarda invece i casi attualmente positivi essi scendono a 30.190, dopo il picco della scorsa settimana quando arrivarono a oltre 35mila contagi.

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Nella giornata del 10 maggio, l’assessore all’Ambiente Raffaele Cattaneo ha aggiornato la popolazione sul cosiddetto progetto Polimask volto a dare vita a una filiera di produzione locale di dispositivi di protezione individuali in collaborazione con il Politecnico di Milano.

Cattaneo ha ricordato inoltre che l’avvio della filiera non sarebbe stato possibile senza l’intervento delle associazioni di volontariato del terzo settore: “All’appello della Regione Lombardia hanno risposto centinaia di imprese. Una volta raccolta le disponibilità, in collaborazione con il Politecnico di Milano, abbiamo avviato una serie di test. I test erano finalizzati a verificare quali materiali fossero adeguati e quali produttori fossero effettivamente in grado di produrle. Lo slancio di solidarietà prezioso, straordinario di tantissimi non necessariamente bastava per realizzare un prodotto idoneo con qualità e capacita’ protettiva necessaria”.