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Chi sono gli italiani ancora nelle mani dei rapitori?

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Chi sono gli italiani rapiti ancora prigionieri? Tra i casi più eclatanti si citano senza dubbio Padre Dall'Oglio e Maccalli, gesuita romano.

Chi sono gli italiani rapiti ancora prigionieri? I due casi più eclatanti sono certamente quelli di Padre Dall’Oglio e di Macalli, gesuita romano. Un terzo caso, invece, è quello di Nicola Chiacchio. Su quest’ultimo, e sul gesuita, l’ultimo aggiornamento è del 6 aprile 2020: un filmato di 24 secondi girato nel nord del Mali; “Mi chiamo Pier Luigi Maccalli, di nazionalità italiana, oggi è il 24 marzo – inizia il breve audio -. Mi chiamo Nicola Chiacchio”. I due ostaggi, in una istantanea inviata ai media italiani, sono seduti uno di fianco all’altro. Maccalli a sinistra con gli occhiali scuri, la sua abituale barba bianca e folta, e un vestito tradizionale. Chiacchio, anche lui vestito tradizionalmente e con la barba lunga.

Italiani rapiti in Africa

Maccalli, religioso della Società delle Missioni Africane (Sma), originario della diocesi di Crema, è stato sequestrato la sera del 17 settembre 2018 nella missione di Bomoanga, a circa 150 chilometri dalla capitale nigerina, Niamey. Nicola Chiacchio, di cui si sanno poche cose, è stato rapito alcuni anni fa, probabilmente in Mali, mentre viaggiava nella regione come turista.

Sono ormai sette gli anni trascorsi dal sequestro in Siria del gesuita romano Paolo Dall’Oglio. “Aveva denunciato questioni di guerra, armamenti, cose importanti e poteva essere dentro a un gioco più grande di lui”, è il pensiero della sorella Francesca – risalente al 29 luglio 2019, in occasione del sesto anniversario dal suo rapimento – nella sede dell’Associazione della Stampa Estera a Roma. Padre Paolo è stato rapito mentre si trovava a Raqqa, in quella che nel 2014 sarebbe diventata la “capitale” dell’autoproclamato califfato di Abu Bakr al-Baghdadi. La zona di Raqqa è stata liberata alla fine del 2017. Di Padre Paolo, però, non si sa nulla.

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Uno dei casi più chiacchierati è stato indubbiamente quello della giovane Silvia Romano rapita nel novembre 2018 e tornata in libertà il 9 maggio 2020 dopo diciotto mesi di prigionia. Lei rappresenta il quarto ostaggio italiano in Africa liberato in ordine cronologico: nell’aprile e maggio 2019 erano stati rispettivamente liberati Sergio Zanotti e Alessandro Sandrini, rapiti in Turchia e portati in Siria, mentre il 14 marzo sono tornati in libertà Luca Tacchetto e la compagna canadese Edith Blois, che erano scomparsi in Burkina Faso.

Italiani scomparsi in Messico

Un caso particolare è, invece, quello dei tre napoletani scomparsi in Messico. Sono vivi oppure no? Sono stati vittima di un rapimento? Un quesito a cui non si riesce a dar risposta. L’ultima notizia in merito alla sparizione di Raffaele Russo, Antonio Russo, Vincenzo Cimmino è di febbraio 2020 con l’accusa – da parte del legale rappresentante delle famiglie coinvolte – della scarcerazione del presunto narcos che avrebbe venduto i tre italiani.

“Dalle istituzioni italiane silenzio assordante, i genitori non si danno pace e i figli dei tre crescono chiedendo dove siano i loro papà”. Commercianti napoletani, Raffaele Russo di 60 anni, il figlio Antonio di 25 e il nipote Vincenzo di 29 sono scomparsi in Messico il 31 gennaio 2018 dopo essere stati fermati dalla polizia in una stazione di servizio di Tecalitlan.