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Cos'è lo jilbab, l'abito tradizionale indossato da Silvia Romano

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Silvia Romano al suo ritorno in Italia è apparsa con un lungo abito tradizionale. Ma cosa è lo jilbab e cosa c'è da sapere in merito?

Silvia Romano è tornata in Italia e al suo arrivo si è mostrata con lo jilbab, un abito islamico. La giovane donna, infatti, ha ammesso di essersi convertita alla religione musulmana nel corso della sua prigionia: “Una decisione spontanea, nata dalla mia volontà – ha dichiarato ai Pm di Roma che l’hanno interrogata per quattro ore – nessuno mi ha mai costretta. La mia conversione è stato un processo lungo, ha richiesto dei mesi”. Inoltre, Silvia Romano ha ammesso di aver cambiato nome: “Adesso mi chiamo Aisha”. La giovane cooperante, dopo un rapimento durato 18 mesi, è rientrata in Italia apparentemente sorridente e con un lungo abito verde che, nella cultura islamica, si chiama jilbab: cos’è e qual e il suo valore nella cultura tradizionale somala?

Cosa è lo jilbab?

Con il termine jilbāb o jilbaab ci si riferisce a qualsiasi cappotto lungo e ampio o indumento esterno indossato da alcune donne musulmane. I portatori credono che questa definizione di jilbab soddisfi la scelta coranica per un hijab. Jilbab, jubbah o jilaabah è anche conosciuto come chador dai parlanti persiani in Iran. Il moderno jilbab copre tutto il corpo. Alcune donne coprono anche le mani con i guanti e il viso insieme a un niqab. Quello indossato da Silvia Romano è un abito da passeggio molto utilizzato soprattutto dalle donne della Somalia; non si tratta, dunque, di un indumento necessariamente legato alla religione islamica.

Inoltre, il colore dello jilbab di matrice religiosa è nero, mentre quello indossato da Silvia Romano è di colore verde acqua. Un richiamo ad alcune bandiere di Paesi islamici come l’Algeria o l’Arabia Saudita. Il verde nel Corano viene indicato come il colore del Paradiso.