Silvia Romano, la ragazza italiana rapita in Kenya nel 2018, è finalmente stata liberata e ieri, 10 maggio è tornata in Italia. Ad attenderla all’aeroporto c’erano il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e naturalmente la sua famiglia. Il papà di Silvia Romano, Enzo, ha così commentato al Quotidiano Nazionale il ritorno a casa di sua figlia: “Ho riabbracciato mia figlia, e non vedevo l’ora di farlo, ma sentivo, e ho sentito anche nelle ore precedenti, che l’accoglienza era collettiva: delle istituzioni, che ringrazio immensamente per il lavoro e il supporto, e di centinaia di migliaia di persone che come noi attendevano questo ritorno. Silvia in quel momento era la figlia e la sorella d’Italia. Tantissime persone si sono immedesimate in lei e nella nostra famiglia, condividendo la nostra gioia”. “Ho voluto accogliere Silvia come meritava – ha aggiunto il signor Enzo – inchinandomi davanti a una figlia di cui sono orgoglioso”.
“Non è andata in Africa per essere un’icona”
Il papà di Silvia Romano ha poi speso parole per la scelta della figlia di andare a lavorare in Africa: “Penso che, come lei, ci siano tanti ragazzi che si danno da fare per il prossimo e che sono in prima linea per conquistare il mondo che vorrebbero: un mondo diverso e più giusto. Ma mia figlia non è andata in Africa per diventare un’icona, è partita perché era quello che sentiva nel cuore. Era quello che voleva fare: lavorare per gli altri, mettersi al servizio di persone meno fortunate e aiutarle grazie alle sue capacità e al suo sorriso. Poi si è trovata a diventare un’icona, per ciò che le è capitato. Ma, ripeto, ci sono tanti giovani attivi per il cambiamento. Ora, l’importante è che sia tornata da noi sana e salva”.
Nelle parole del signor Enzo Romano anche uno stralcio delle sue sue emozione al momento della notizia della libertà della figlia: “Il mio cuore scoppiava di gioia. Poi sono stato subissato di telefonate e messaggi da parte di familiari, amici e giornalisti. Impossibile rispondere a tutti, anzi mi scuso se non sono riuscito a dare retta a molti. Ma a un certo punto ho dovuto pensare a me stesso e a come organizzare la partenza per Roma. Oggi (10 maggio, ndr) è stata una giornata intensa. Felice ma lunghissima”.