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Mafia, 91 arresti tra Palermo e Milano: presente ex concorrente GF

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Mafia, blitz tra Milano e Palermo all'alba di martedì 12 maggio: 91 soggetti sono stati tratti in arresto. Anche ex concorrente del Grande Fratello.

Scacco matto alla Mafia tra Palermo e Milano: 91 arresti all’alba di martedì 12 maggio. Tanti i nomi noti degli arrestati appartenenti a Cosa Nostra: a Palermo, stavano i fedelissimi del clan dell’Acquasanta. Secondo le accuse degli inquirenti gestivano estorsioni, controllavano le gare all’interno di alcuni ippodromi, e si erano anche infiltrati in una cooperativa che lavora ai Cantieri navali del capoluogo siciliano. Nella provincia di Milano presenti i “capi” di questa organizzazione: tra loro i fratelli Fontana, Gaetano (44 anni), Giovanni (42) e Angelo (40), i figli di don Stefano, fedelissimo di Totò Riina. Tra gli arrestati anche la figlia del boss dell’Acquasanta, Rita, e la moglie Angela Teresi.

Mafia, tra gli arresti anche ex concorrente GF

Tra gli arresti di mafia registrati martedì 12 maggio anche un ex concorrente del Grande Fratello: Daniele Santoianni, l’ex broker di una società fallita che si era reinventato concorrente del Grande fratello 10. Finita l’esperienza in Tv, aveva iniziato a fare da prestanome in una società per la vendita del caffè. Adesso è ai domiciliari e dovrà rispondere, tra le altre cose, del reato di prestanome per i boss. Proprio il mercato delle capsule di caffè è diventato, a Milano, un vero e proprio business.

Gli ultimi arresti di mafia non fanno altro che alzare la soglia dell’attenzione su Cosa Nostra, un fenomeno tutt’altro che svanito: il gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, Piergiorgio Morosini non è tranquillo. “I clan sono pronti ad approfittare della situazione attuale, sono sempre pronti a dare la caccia ad aziende in stato di necessità – ha scritto nel suo provvedimento – Con la crisi di liquidità di cui soffrono imprenditori e commercianti, i componenti dell’organizzazione mafiosa potrebbero intervenire dando fondo ai loro capitali illecitamente accumulati per praticare l’usura e per poi rilevare beni e aziende con manovre estorsive, in tal modo ulteriormente alterando la libera concorrenza”.